“Da più parti si segnala che nel territorio di Riposto sono presenti e operano ministri di culto che dichiarano di appartenere ad una comunità ecclesiale che si attribuisce il nome ‘Cattolica’ pur non avendo alcun vincolo di comunione con la Chiesa cattolica romana e con il Papa”. Lo riferisce in un comunicato il vescovo di Acireale, mons. Antonino Raspanti.
L’ordinario diocesano mette in guardia i fedeli dal rischio di “ritenere cattolici i ministri e gli altri esponenti di questa comunità, dato che alcuni elementi possono indurre in errore, come l’uso degli stessi abiti ecclesiastici e la celebrazione di azioni liturgiche del tutto simili a quelle della Chiesa cattolica romana”. “La stessa precauzione si abbia nei confronti dei ministri di altre comunità ecclesiali presenti nel territorio di Riposto, che pur non definendosi cattoliche, operano in modo da far pensare di esserlo – aggiunge il presule -. S’informa che i sacramenti celebrati in queste comunità ecclesiali sono invalidi e illeciti per la Chiesa cattolica apostolica romana”.
Infine, mons. Raspanti ricorda che “coloro che dovessero partecipare alle celebrazioni di queste comunità ecclesiali e ricevere i sacramenti si pongono fuori dalla comunione con la Chiesa cattolica, incorrendo nel delitto di scisma, che comporta la pena canonica della scomunica latae sententiae”.