“Un proverbio dice: chi salva un uomo salva il mondo intero. Voi, cari maremmani, con i vostri aiuti al nostro popolo, avete salvato più dell’intero mondo, grazie!”. Sono state le parole con cui il vescovo Mykola Semenyshyn, ausiliare della arcieparchia di Ivano-Frankivs’k (Ucraina), ha concluso ieri l’omelia nel pontificale di san Lorenzo, nella cattedrale di Grosseto, per la festa del patrono della città e della diocesi di Grosseto, San Lorenzo.
Il presule, 41 anni appena, è a Grosseto come ospite d’onore per le celebrazioni laurenziane 2023 e resterà ancora alcuni giorni in diocesi per presiedere, la sera del 14 agosto, la messa vigiliare dell’Assunta e la processione a mare a Castiglione della Pescaia.
Hanno concelebrato il pontificale il vescovo Giovanni Roncari, l’emerito Rodolfo Cetoloni e una quarantina di sacerdoti, tra cui un monaco benedettino proveniente dalla Tanzania, dove la comunità di Nomadelfia ha aperto una sua presenza e il vicario generale e il cancelliere della diocesi di Pitigliano-Sovana-Orbetello.
Al termine della messa, mons. Roncari ha voluto condividere con l’assemblea la gioia per il 60° anniversario di sacerdozio che don Piero Caretti, canonico della cattedrale, ricorderà domani (11 agosto). Inoltre, ha dato anche l’annuncio che la domenica della solennità di Cristo re, 26 novembre, ordinerà sacerdoti i diaconi Claudio Bianchi e Simone Castellucci.
Nell’omelia, richiamando i due titoli che la Chiesa attribuisce a san Lorenzo – diacono e martire –, il vescovo ucraino ha sottolineato che Lorenzo “è un santo della carità”, come racconta la sua storia fatta di “dedizione e amore per i poveri nel suo servizio diaconale”. Per questo “la prima grazia che dobbiamo chiedere a san Lorenzo è quella di vivere e praticare la carità, condizione indispensabile dell’essere cristiano”. “L’aiuto ai più deboli e sofferenti è ciò che deve caratterizzare la nostra vita di battezzati. Vorrei che vivessimo e implorassimo san Lorenzo affinché ci ottenga la grazia di essere come lui: capaci di servire concretamente i poveri della città. Non solo quelli sul piano sociale, ma anche spirituale”. “Come san Lorenzo vogliamo che i poveri siano davvero il nostro tesoro. Non capiti mai che siano considerati un costo sociale, un peso per le famiglie, un problema insidioso per le istituzioni. Questa non può essere la mentalità dei cristiani!”.
“Testimoniare la fede non è facile, richiede coraggio – ha aggiunto -. Il nostro patrono ci invita ad essere coraggiosi, a non scendere a compromessi, a non lasciarci condizionare dalla mentalità comune o dai sondaggi. Il Vangelo va testimoniato sempre, senza se e senza ma anche se comporta di morire alla corriera, all’apprezzamento dei più, alla tranquillità”.
Al termine della messa, sotto il loggione del palazzo comunale, il sindaco e l’assessore alle politiche sociali hanno consegnato al vescovo Semenyshyn un assegno simbolico di oltre 3mila euro: sono le risorse rimaste del fondo di emergenza istituito all’indomani dello scoppio della guerra in Ucraina.