L’Alleanza contro la povertà in Italia esprime “preoccupazione per la situazione che si sta determinando a seguito della sospensione dell’erogazione del Reddito di cittadinanza per circa 160mila famiglie, a partire dal mese di agosto”. Si avvia dalle prossime settimane “una fase nuova”, nella quale “famiglie e persone che vivono in una condizione di povertà assoluta e fragilità sociale non avranno altri riferimenti, se non i servizi sociali dei Comuni e le organizzazioni sociali e di volontariato presenti sui territori. In alcune regioni, in particolare nel meridione, il messaggio notificato dall’Inps ha suscitato allarme e, in assenza di indicazioni precise, una vera e propria ressa presso gli uffici dei servizi sociali, a loro volta impreparati e privi di istruzioni”.
Alla luce di questo, Alleanza contro la povertà in Italia chiede, da un lato, che “la sospensione sia momentaneamente derogata, con un prolungamento dell’erogazione del RdC almeno fino alla fine dell’anno”; dall’altro che, contestualmente, “i Comuni siano messi nelle condizioni di far fronte alle richieste e di esercitare le funzioni che il Decreto Lavoro assegna agli enti locali”.
“Avevamo previsto che l’abolizione del Reddito di Cittadinanza avrebbe procurato un forte allarme sociale ed è quello che si sta verificando in questi giorni. Mentre stiamo lavorando per mettere a punto proposte concrete per migliorare le nuove misure di contrasto alla povertà contenute nel Decreto Lavoro, chiediamo che il governo faccia, intanto, tutto il possibile per contenerne le ricadute”, dichiara Antonio Russo, portavoce dell’Alleanza contro la povertà in Italia.