Parte da Malpensa nel pomeriggio di oggi e giungerà nella prima mattina di domani all’aeroporto di Banjul, capitale del Gambia, la salma di Bubacarr Darboe, il 18enne annegato mercoledì 19 luglio nelle acque del lago, a Lecco. Caritas Ambrosiana e le parrocchie del decanato di Lecco – si ricorda in una nota – erano state direttamente coinvolte e particolarmente colpite dalla disgrazia accaduta al giovane africano, deceduto a soli quattro giorni dal suo sbarco in Italia, a Lampedusa, al termine di un viaggio che era durato due mesi e che l’aveva visto attraversare con mezzi di fortuna il deserto del Sahara e il mar Mediterraneo dalla Tunisia. Bubacarr, insieme ad altri 4 giovani migranti gambiani, era ospite per pochi giorni (in attesa dell’inserimento in un centro di accoglienza governativo) alla Casa della Carità di Lecco, e così Caritas e parrocchie avevano lanciato un appello a fedeli e cittadini, subito dopo la tragedia, al fine di raccogliere fondi per il rimpatrio del feretro del giovane. La risposta è stata generosa: tra donazioni online e bancarie e offerte ricevute dalle parrocchie lecchesi in occasione delle messe di domenica 23 luglio, sono stati raccolti 18.200 euro, largamente sufficienti a finanziare il volo di rientro della salma (accompagnata da un esponente della comunità gambiana a Lecco) e la sua restituzione alla famiglia. Con gli oltre 10 mila euro rimasti disponibili dopo aver sostenuto le spese per la bara e per il volo di rientro, ora Caritas Ambrosiana intende progettare un intervento di solidarietà e di cooperazione a favore della famiglia e della comunità di origine di Bubacarr; per definirne obiettivi e modalità, si sta confrontando con la Caritas nazionale del Gambia, il cui direttore, Francis Mendy, sarà domani all’aeroporto di Banjul, in occasione dell’arrivo del corpo di Bubacarr. La volontà di Caritas Ambrosiana e del Decanato di Lecco è stata ispirata dalle parole dell’Arcivescovo di Milano: in un messaggio all’indomani della tragedia, mons. Mario Delpini aveva riconosciuto che “la morte del giovane Bubacarr Darboe è motivo di desolazione e di sconcerto”, ma aveva altresì incoraggiato a fare spazio a “una commozione intensa e una sapienza lungimirante, per credere che il lago può inghiottire tutto, ma non il bene che si fa”. “E noi crediamo – gli fa eco Luciano Gualzetti, direttore di Caritas Ambrosiana – che nella comunità di origine del giovane migrante sia possibile, nonostante il dolore odierno, impiantare un piccolo segno di futuro e di progresso. Non solo per tenere viva la memoria di un ragazzo coraggioso, intraprendente e aperto alla vita, ma anche per dimostrare che il suo viaggio non è stato vano. E che anche dalle ferite più laceranti possono scaturire relazioni solidali e percorsi di speranza”.