Panama: vescovi, “economia cresce, ma non giustizia sociale e vero sviluppo”. Autorità “non concedano altre autorizzazioni minerarie”

“A Panama viviamo il paradosso di aver sperimentato, negli ultimi anni, la crescita economica più significativa dell’America Latina, anche dopo il Covid–19, che però non si riflette in una migliore qualità dei servizi sanitari, dell’istruzione, della sicurezza alimentare, della sicurezza dei cittadini e della sicurezza sociale, la cui crisi sta colpendo centinaia di pensionati e pensionate”. È la denuncia dei vescovi della Conferenza episcopale panamense (Cep), nel messaggio rivolto al popolo panamense ieri, a conclusione della propria assemblea. “A cosa serve la crescita economica se non genera una maggiore giustizia sociale, se non genera un vero sviluppo, che abbia al centro la persona e il bene comune”, proseguono.
La Conferenza episcopale affronta anche il tema scottante della questione mineraria: “Ci sorprende che diversi governi della Repubblica abbiano concesso licenze di esplorazione e sfruttamento minerario in varie regioni del Paese senza aver effettuato consultazioni efficaci con la società e, soprattutto, con le popolazioni direttamente interessate. La decisione di trasformare Panama in un Paese minerario – secondo l’opinione di persone e organizzazioni esperte in materia – compromette questo futuro con gravi rischi per l’ambiente, per la vita e la salute dei panamensi e per la sovranità nazionale”. In particolare, “nonostante il processo sia già stato completato, esistono giustificati dissensi sul contratto dello Stato con la Minera Panama da parte di comunità, organizzazioni e leader ambientalisti che hanno messo in guardia sugli effetti nocivi per la salute delle persone e per l’ambiente”, Certo, è difficile sottrarsi a contratti già firmati, ma proprio per questo, “chiediamo rispettosamente alle rispettive autorità di non concedere altre concessioni di esplorazione mineraria fino a quando l’attuale legge mineraria non sarà rivista e riformata”.
I vescovi affrontano anche il tema della campagna elettorale, che di fatto sta per iniziare in vista delle prossime elezioni, previste nel 2024. “Consapevole che l’esercizio della democrazia trascende l’atto elettorale, la Chiesa cattolica si impegna a sviluppare spazi di formazione dei cittadini sull’etica della politica, affinché i laici possano partecipare con un atteggiamento di servizio. Inoltre, attraverso la Commissione Giustizia e Pace, si assumerà nuovamente la responsabilità dell’osservazione elettorale per le elezioni del maggio 2024”. Quanto alle opzioni dei cittadini, conclude il messaggio, “quando scelgono tra i candidati alle cariche elettive, devono avere criteri di discernimento, come: curriculum vitae e familiare, progetti realistici, promesse elettorali, fonti di finanziamento, escludere i candidati corrotti, verificare l’impegno per la difesa integrale della vita e la cura del creato”.

© Riproduzione Riservata

Quotidiano

Quotidiano - Italiano

Territori