Lampedusa: don Sciabbarrasi, “avere un’Europa più umana, più sensibile, più accogliente”

Un cammino in tre tappe per “incontrare l’uomo”, un andare che ricordi ad ognuno “la nostra condizione di pellegrini in questo mondo, di migranti”, un “richiamare alla coscienza i nostri doveri di esseri umani, di cittadini e di credenti e i diritti di ogni altro uomo che abita questa terra”. È don Aldo Sciabbarrasi, direttore dell’Ufficio per le Migrazioni dell’Arcidiocesi di Agrigento, a presentare il percorso commemorativo che dal sagrato della Chiesa parrocchiale San Gerlando arriverà al monumento chiamato Porta d’Europa, passando al porto per la tappa più simbolica e significativa della Giornata del Mare in corso a Lampedusa, organizzata dall’Apostolato del mare della Conferenza episcopale italiana, dalla Fondazione Migrantes e dall’arcidiocesi di Agrigento a dieci anni dalla visita di Papa Francesco nell’Isola. “Chi di noi ha pianto? Il mare luogo di vita” è il titolo scelto per l’iniziativa che è iniziata già ieri e si concluderà domani con la messa in diretta su Rai Uno dalla chiesa parrocchiale San Gerlando.
Per don Sciabbarrasi, “partire dal sagrato della chiesa parrocchiale di Lampedusa significa uscire dal tempio per andare incontro all’uomo significa portare fuori l’annuncio di salvezza agli uomini e donne di questo nostro tempo dentro questa nostra storia segnata da aspetti positivi e aspetti negativi”. Dopo il saluto dell’arcivescovo di Agrigento, mons. Alessandro Damiano, e del sindaco di Lampedusa Filippo Mannino, il corteo raggiungerà il porto, dove don Bruno Bignami, direttore dell’Ufficio nazionale CEI dell’Apostolato del mare guiderà la riflessione su “Il mare è vita”. “Una riflessione sui marittimi nel luogo in cui tanti pescatori fanno enormi sacrifici per lavorare – dice don Aldo Sciabbarrasi al Sir -, lasciando per diverse ore della notte e del giorno le loro famiglie. Ma anche il luogo dove arrivano tanti nostri fratelli e sorelle che cercano una vita più dignitosa, serena, purtroppo arrivano anche salme dei bambini, uomini, donne che cercano speranza e vita e invece hanno trovato ‘sorella morte’”.
Il cammino continuerà fino alla Porta d’Europa, l’ultima tappa, dove guiderà la riflessione il card. Francesco Montenegro, arcivescovo emerito di Agrigento. Per il direttore Migrantes Agrigento “questo luogo rappresenta la speranza di avere un’Europa più umana, più sensibile, più accogliente nel senso più bello e vero del termine, un’Europa che abbia veramente aperta la porta che si affaccia sul Mediterraneo e che dia pronta e dignitosa accoglienza ai fratelli e alle sorelle che arrivano da noi senza colpa se non quella di cercare una vita dignitosa se non addirittura la salvezza della loro stessa vita”.

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