“Nord e Sud: insieme o divisi? Per molti decenni la questione meridionale è considerata decisiva per lo sviluppo dell’Italia. Ma a partire dagli anni Novanta, il dibattito sul divario tra le due parti del paese si concentra soprattutto sulla crescita del Nord senza aver risolto le difficoltà del Mezzogiorno”. Lo si legge nella presentazione del volume “Nord contro Sud. La grande frattura dell’Italia repubblicana”, scritto da Filippo Sbrana ed edito da Carrocci. “Un cambiamento radicale – prosegue -, che trae origine dalla crescente contrapposizione delineatasi negli anni Settanta e Ottanta. Avvalendosi di documentazione in larga parte inedita, il libro ricostruisce come si è creata la frattura tra Nord e Sud. L’analisi interseca molteplici piani. Le dinamiche economiche: la crisi degli anni Settanta, le trasformazioni dell’apparato produttivo e i successivi mutamenti sociali, con il crepuscolo del movimento operaio e della mobilitazione collettiva. Le dinamiche politiche: l’inerzia della Dc e del Pci, l’emergere della Lega Nord e di Forza Italia – movimenti politici fortemente legati agli interessi settentrionali –, il passaggio dalla Prima alla Seconda Repubblica. Si apre una stagione diversa, con protagonisti Umberto Bossi, Silvio Berlusconi e poi Matteo Salvini, in cui è centrale la “questione settentrionale”. Ma ancora, si conclude nella presentazione al volume, “oggi manca una visione pienamente condivisa sul futuro del paese, come attestano le recenti polemiche sull’autonomia differenziata, e il ritardo del Sud continua ad essere un serio problema per l’Italia intera”.
Filippo Sbrana è professore di Storia economica all’Università per Stranieri di Perugia. Studioso dell’età contemporanea, ha spesso indagato le connessioni tra fatti economici, scelte politiche e conseguenze sociali. È autore di numerosi saggi e monografie, tra cui Portare l’Italia nel mondo. L’IMI e il credito all’esportazione (1950-1991) (Bologna 2006); Processi e strategie di tutela degli interessi industriali in Italia (1969-1980) (Roma 2012) e Guido Carli da banchiere a governatore (Napoli 2013).