“I processi di continuo mutevole cambiamento in atto presso le opinioni pubbliche, influenzate dalle scelte degli ‘Over The Top’ e negli stessi schieramenti internazionali, esigono la riaffermazione di regole condivise basate sul rispetto della dignità delle persone e delle comunità. Servono avvocati di buone cause, in grado di affrontare le sfide che riguardano la sopravvivenza dell’umanità nel suo complesso, rifuggendo dalla mera logica del conflitto e dall’emergere, come nella recente aggressione russa all’indipendenza dell’Ucraina, di spinte al confronto militare che distraggono immani risorse necessarie allo sviluppo umano”. Lo ha affermato il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, nella lectio magistralis “America Latina ed Europa: due continenti uniti per la pace, la democrazia, lo sviluppo” pronunciata all’Università del Cile, a Santiago.
Dopo aver fatto cenno alle “conseguenze delle tensioni geopolitiche derivanti dall’insensata aggressione della Federazione Russa all’Ucraina”, il Capo dello Stato ha sottolineato che si è chiamati ad “una prova di responsabilità rivolta anzitutto a realtà che, come l’Unione europea e l’America Latina, possono e devono essere autrici di messaggi e iniziative di pace, di rispetto del diritto internazionale, di giustizia sociale e di sviluppo”. “America Latina ed Europa – ha proseguito – possono, insieme, essere questi avvocati di buone cause, condividendo la visione di un mondo in cui i rapporti internazionali siano basati sul metodo del multilateralismo e sulla costruzione di istituzioni comuni. La realtà multipolare propone dialogo e collaborazione su base bilaterale con giganti come gli Usa o la Cina”.
“Non sfugge a nessuno – ha osservato – il valore che assumerebbe, nella vicenda internazionale, la proposta di una profilata partnership tra le nazioni di due continenti che condividono i medesimi valori e partecipano di esperienze multilaterali basate su eguaglianza e rispetto reciproco. America Latina ed Europa insieme protagoniste”. “L’America Latina – ha ricordato Mattarella – ha saputo essere all’avanguardia sul terreno della pace, con un trattato, nato dopo la crisi di Cuba del 1962, che fa del continente la più grande area libera da armi nucleari. L’Agenzia per la proibizione delle armi nucleari in America Latina e nei Caraibi (Opanal), nata con il Trattato di Tlatelolco del 1967, è stato, caso raro, ratificato anche da Paesi che, come gli Stati Uniti, la Francia, il Regno Unito e la Russia, detengono armi nucleari ma si impegnano a rispettare il trattato e a non usare o minacciare di usare armi nucleari contro le parti contraenti di quel trattato”.
Il presidente all’inizio del suo intervento ha anche voluto “dare atto del grande significato rivestito dal progressivo processo di ritorno alla democrazia dopo il referendum dell’ottobre 1988, anche con l’operazione verità relativa ai luoghi di detenzione illegale e tortura. Il valore della memoria nella storia di un Paese, di qualunque Paese, è elemento fondamentale della sua identità”, ha commentato Mattarella: “Come in Europa così in America Latina va pronunciato con forza il no ad ogni negazionismo, brodo di coltura di nostalgie autoritarie. Il ‘mai più’ che segue la presa di coscienza di una nazione matura va accompagnato sempre dal coraggio della verità”.