Un network internazionale guidato da suore di tutto il mondo, con l’obiettivo di fare rete e trovare insieme risposte a sfide urgenti e complesse della nostra epoca: questo, nelle parole di suor Patricia Murray, segretaria esecutiva dell’Unione internazionale delle superiore generali, il senso del Sister-led Dialogue on Migration, che ha visto le suore della Uisg riunirsi lunedì a Roma con nuovi partner per dare spazio al dialogo sulle migrazioni, analizzandone esigenze e potenzialità. “I nostri Sister-led Dialogues ci permettono di portare al medesimo tavolo esperienze e competenze diverse e trasversali, per sostenere le comunità vulnerabili nell’affrontare alcune delle sfide di sviluppo più urgenti del nostro tempo, come quelle legate ai fenomeni migratori. Sono appuntamenti molto importanti perché, attraverso il confronto di diversi vissuti e il ricco scambio di riflessioni, ci consentono di conoscere bisogni, istanze ed esperienze da tutto il mondo, così da modellare le conversazioni sullo sviluppo internazionale attorno ai bisogni delle comunità locali”, ha affermato.
Il Sister-led dialogue on migration è stato un momento di confronto e ha preso le mosse da tre tematiche chiave: l’analisi delle cause profonde della migrazione in un’economia globale, il ruolo dell’assistenza umanitaria e dei diritti umani e, infine, quello dello sviluppo umano integrale e della coesione sociale nei Paesi di arrivo. La giornata si è conclusa con la visita al progetto d’accoglienza Chaire Gynai (dal greco, “Benvenuta, donna”), nato da una richiesta di Papa Francesco e abbracciato dalla Fondazione Scalabriniana della Congregazione delle Suore Missionarie di San Carlo Borromeo, rivolto a donne rifugiate con bambini e a donne migranti che si trovano in situazione di vulnerabilità. Il progetto è coordinato da Suor Janete Ferreira, membro del Consiglio d’amministrazione della Fondazione Scalabriniana e una delle suore impegnata al tavolo di confronto del Sister-led Dialogue on Migration.
“Era l’8 luglio 2013 quando Papa Francesco, dopo soli quattro mesi dall’inizio del suo Pontificato, si recò in visita a Lampedusa, a seguito di un naufragio che aveva inghiottito centinaia di vite umane nelle profondità del Mediterraneo – ricorda suor Carmen Elisa Bandeo, coordinatrice della Rete internazionale Migranti e Rifugiati della Uisg –. A distanza di 10 anni da quel giorno, quella piccola isola continua a soccorrere e accogliere ogni giorno decine di persone, rappresentando un faro di speranza per chi è in fuga da atroci sofferenze e parte alla ricerca di un futuro migliore. È una questione che non può e non deve lasciare indifferenti e a cui vanno trovate risposte quanto più sostenibili e condivisibili. Anche in quest’ottica, è nostro obiettivo creare una rete tra tutte le consacrate per favorire un ampio canale di comunicazione e di cammino comune, condividere esperienze e testimonianze e creare uno spazio di riflessione e comunità. Migranti, rifugiati e richiedenti asilo possiedono una grandissima esperienza umana che possono condividere con tutti noi, così da alimentare e nutrire la nostra vita. Perché questo sia possibile, è necessario che ci liberiamo dai pregiudizi, dalle paure, mettendoci accanto a chi è più vulnerabile; solo così riusciremo a costruire un mondo che non escluda nessuno”.
Su questo fenomeno la Uisg vuole fornire risposte quanto più concrete: nei prossimi mesi verrà presentato e pubblicato un policy brief, contenente una serie di raccomandazioni emerse nel corso dell’incontro di Roma, che verrà proposto alle suore di tutto il mondo come strumento di lavoro e diffuso ai partner come documento di riferimento.