Cile: proseguono audizioni di rappresentanti episcopato per nuova Costituzione. “Diritto del nascituro è anteriore rispetto alle norme”

(Foto: Cech)

Proseguono le audizioni di rappresentanti della Chiesa cattolica e di altre religioni di fronte al Consiglio costituzionale, incaricato di redigere il testo della nuova Carta. Lunedì 3 luglio, come ha informato ieri l’ufficio comunicazioni della Conferenza episcopale cilena (Cech), Carmen Domínguez ha parlato davanti al Consiglio costituzionale a nome della Conferenza episcopale del Cile, in qualità di membro del gruppo di consulenza legale dell’episcopato. In questo caso, ha sviluppato le sue argomentazioni basandosi sul “parere legale sulla regolamentazione che il nuovo testo costituzionale dovrebbe dare al diritto alla vita e, nello specifico, al diritto del nascituro”.
Nella sua presentazione, Domínguez ha sottolineato che, sulla base dell’attuale ordinamento giuridico, il diritto alla vita del nascituro è anteriore alla Costituzione, dato che quest’ultima “non crea questo riconoscimento, ma riprende solo una lunga tradizione giuridica”, in cui si riconosce che “la personalità è una qualità anteriore dell’essere umano e non una qualità creata dalla legge”, in questo senso “non è un concetto normativo, ma un concetto che la precede e che quest’ultima si limita a riconoscere e proteggere”.
Per quanto riguarda il documento elaborato dalla Commissione di esperti sulla norma che regola il diritto alla vita, Domínguez afferma che “introdurrebbe un’inflessione importante nella nostra tradizione giuridica sviluppata nel tempo, una regressione in termini di protezione dei diritti umani, in particolare del principio pro homine”, cioè “a favore della persona e di colui che ha diritto alla vita”, a favore della persona. E da ciò “deriva anche l’orientamento o principio del ‘favor debilis’”, consistente nel fatto che, “nell’interpretazione di situazioni che compromettono diritti in conflitto, è necessario tenere in particolare considerazione la parte che, rispetto all’altra, si trova in condizioni di inferiorità. Nei giorni scorsi il Consiglio aveva ascoltato i rappresentanti delle diverse confessioni e religioni, mentre venerdì 30 giugno era intervenuto il card. Celestino Aós, arcivescovo di Santiago e presidente della Cech, che ha approfondito il tema della dignità della persona dal punto di vista della Dottrina sociale della Chiesa, apprezzando il lavoro e lo sforzo che si sta facendo per ottenere “una buona Costituzione per il Cile”, aggiungendo: “Amiamo il Cile e vogliamo contribuire con la nostra visione della dignità della persona umana”. Dopo aver approfondito un altro tema decisivo, quello della libertà religiosa, il porporato ha concluso: “È bello e incoraggiante vedervi lavorare insieme per una Costituzione che ci porti a un Cile più giusto e migliore; è bello vedere come ci siano tanti cittadini che, come stiamo facendo ora, offrono il loro contributo per il bene di tutti”.

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