Credere, amare, seguire e servire: sono i quattro verbi della “Via di Pietro” indicati dal Custode di Terra Santa, padre Francesco Patton, nella messa celebrata nel santuario di Pietro, a Giaffa (Tel Aviv), il 2 luglio scorso per la solennità di san Pietro, animata da diverse comunità di filippini, ispanici e fedeli di lingua ebraica. Lo riferisce la Custodia di Terra Santa che spiega che a Giaffa la tradizione biblico-cristiana colloca vari episodi dell’apostolato di Pietro: la risurrezione di Tabità, l’ospitalità presso Simone il conciatore, la visione della tovaglia calata dal cielo. La chiesa qui edificata vuole commemorare questi eventi. La prima fondazione risale all’epoca crociata. S. Luigi IX, re di Francia fondò una cittadella e fece arrivare i francescani. Una statua è stata posta in suo onore nel chiostro del convento. Dal 1650, i francescani hanno accolto qui i pellegrini che, sempre più numerosi, sbarcavano nel porto della città. “L’apostolo – ha detto Patton – ci insegna che tutto comincia con il credere a Gesù. Il secondo verbo, amare, ci porta sulle rive del Lago di Galilea e alla domanda ‘Simone, figlio di Giovanni, mi ami?’. Gesù non si limita a chiedere fiducia, chiede amore anche e proprio quando ho fatto esperienza della mia fragilità. Pietro – terzo movimento – segue Gesù, fino a morire per Lui. Infine servire. Gesù aiuta Pietro a comprendere che fidarsi di lui, amarlo e seguirlo porta necessariamente a mettersi a servizio degli altri”. Questa è la “via di Pietro” che ogni cristiano è chiamato a percorrere, ha rimarcato il Custode.