Forte incertezza politica, in Guatemala, dove a dieci giorni dal primo turno delle elezioni presidenziali, che si sono svolte il 25 giugno, ancora non si hanno i risultati ufficiali, e la conferma del ballottaggio tra la moderata Sandra Torres Casanova e il candidato di sinistra Bernardo Arevalo de León. Anzi, la Corte Costituzionale ha chiesto sabato scorso un completo riconteggio dei voti, per garantire “la purezza del processo elettorale e che il sistema repubblicano, democratico e rappresentativo non subisca alcun danno”. Ma non si esclude neppure che il turno elettorale possa essere annullato, ufficialmente a causa delle denunce di irregolarità, che peraltro non sembrano così numerose. Una situazione che preoccupa la Chiesa guatemalteca. Ieri, attraverso una nota, la Conferenza episcopale (Ceg) ha chiesto agli “organi giuridici corrispondenti di occuparsi delle contestazioni presentate e di risolverle al più presto, in conformità con le decisioni della massima autorità elettorale del Paese, in modo che i tribunali coinvolti contribuiscano alla trasparenza e al rafforzamento del processo elettorale”. I vescovi ritengono che, in buona sostanza, “non ci siano dubbi tra i cittadini sull’osservanza della legge”, poiché gli organismi di osservazione riconosciuti dal Tribunale Supremo Elettorale hanno dichiarato che “le elezioni si sono svolte in modo regolare. Solo in alcuni comuni si sono verificati incidenti locali”. Perciò, ritengono fondamentale che “il Tribunale Supremo Elettorale agisca in conformità con la legge elettorale e dei partiti politici e che, di conseguenza, il secondo turno elettorale si tenga nella data prevista del 20 agosto”. E avvertono che l’intrappolamento tra ricorsi e controricorsi potrebbe “stravolgere il principio che le elezioni si risolvono alle urne e che la sovranità appartiene al popolo del Guatemala e non ai tribunali”. Conclude la nota: “Sosteniamo la continua fiducia del Guatemala nella possibilità di purificare e rafforzare il sistema democratico e invitiamo tutti a rimanere saldi nella preghiera e nella solidarietà comune”.