Cittadinanza attiva, bene comune, coinvolgimento e formazione delle giovani generazioni. Questi gli elementi principali al centro dell’accordo di collaborazione sottoscritto tra il Comune di Casale Monferrato e l’Associazione di volontariato di Azione Cattolica di Casale Monferrato “Mons. Pietro Maria Ferrè”.
L’intento, spiegano dall’Ac diocesana, è quello di “garantire l’espletamento di una serie di attività a carattere complementare di quella comunale, incentrata soprattutto sulla formazione e su iniziative legate ai giovani”. L’idea è nata a seguito di un tragico fatto di cronaca accaduto nell’autunno scorso, quando nei giardini prospicenti la stazione ferroviaria cittadina, un giovane morì per le conseguenze di un pestaggio perpetrato ai suoi danni da alcuni giovanissimi. Con l’obiettivo di coinvolgere chi, nella fascia d’età delle scuole superiori, normalmente sfugge alle attività formative, l’iniziativa messa in campo dall’Ac andrà ad affiancarsi a quelle di educazione di strada.
“Mediante questo accordo con il Comune di Casale, l’Azione Cattolica diocesana – ha spiegato il presidente, Andrea Facciolo – vuole avviare un percorso di sussidiarietà con gli enti locali, per rispondere meglio alle sfide educative del nostro territorio attraverso attività formative e percorsi rivolti in particolare ai più giovani, per una Chiesa in uscita che punti alla formazione integrale delle persone e al confronto con altre culture”. Si partirà con attività pratiche, “azioni molto concrete come il prendersi cura di alcuni angoli della città”, a cui progressivamente verranno “agganciati incontri di formazione a partire anche da quanto sperimentato con il progetto ‘Fine grande cercasi’ ispirato da un frase di don Milani”.
“Le attività – ha precisato al Sir – prenderanno il via a settembre coinvolgendo non solo i ragazzi che frequentano gli oratori ma, partendo dalle scuole, anche quelli che normalmente non sono nel ‘nostro giro’”. “L’iniziativa – ha proseguito Facciolo – ha preso vita parallelamente alla ricostruzione del Settore giovani di Ac, che non esisteva più da vent’anni”. “Questo ha fatto sì che entrassimo in contatto anche con giovani ortodossi, musulmani, non credenti con i quali si sta facendo un percorso di formazione per poter avviare le attività nelle scuole e con i coetanei soprattutto in città, con la prospettiva che, se le cose cominceranno bene, si possa estenderle ai paesi della diocesi”.