La dittatura di Daniel Ortega ha cancellato la residenza del sacerdote italiano Domenico Pepe, che per tutti in Nicaragua era fray Domingo. Ha dovuto lasciare il Paese che serviva da 54 anni. Ultimamente, esercitava il suo ministero nella parrocchia di Nuestra Señora de El Carmen, nel comune di Río Blanco, a Matagalpa, la diocesi di cui è vescovo mons. Rolando Alvarez, attualmente in carcere per una condanna a 26 anni. Padre Pepe, originario di Napoli, sta per compiere 84 anni e stava vivendo una sorta di pensione nella comunità, dopo aver dato un grande contributo di evangelizzazione, costruendo nuove chiese e promuovendo molteplici attività missionarie Nonostante l’età, era ancora attivo, sempre in ascolto delle persone che lo cercavano. “Chiedeva sempre per gli altri. Qui è molto amato”, ha detto un parrocchiano in una dichiarazione riportata dai media indipendenti nicaraguensi. Era giunto in Nicaragua nel 1969, precisamente a Matiguás, in diocesi di Matagalpa, insieme ad altri frati del suo ordine e ha finito per stabilirsi a Río Blanco, dove ha lavorato con i parrocchiani per costruire la chiesa di Nuestra Señora del Carmen e dove per anni ha prestato servizio come sacerdote. Qualche giorno fa, Domingo Pepe ha raccontato ad alcuni membri della comunità che le autorità per l’immigrazione gli avevano negato la possibilità di rinnovare la sua residenza per rimanere nel Paese. La scorsa settimana, il sacerdote non è tornato a Río Blanco e ha chiesto di comunicare la sua partenza solo dopo aver lasciato il Paese. “È stato a Managua per qualche giorno e poi è partito. Lo ha fatto per la sicurezza della gente di Río Blanco”, ha aggiunto il collaboratore.