Due giorni di preghiera e di ringraziamento. Sabato 29 e domenica 30 luglio la comunità renderà omaggio ad Aci San Filippo, popolosa frazione di Aci Catena al patrono San Filippo d’Agira per lo scampato pericolo del furioso incendio che ha coinvolto il paese. Sono tante – fa sapere la diocesi di Acireale in una nota diffusa oggi – le famiglie che hanno dovuto lasciare le abitazioni. Il fuoco ha lambito palazzine, scuole, distributori di benzina oltre che la basilica parrocchiale. Si aspettava da un momento all’altro il peggio. Rilevanti danni hanno subito le abitazioni, le proprietà, le attività commerciali e le aziende presenti nel territorio, ma nessuno ha perso la vita. Il popolo sanfilippoto non è estraneo ad eventi calamitosi. Si fa riferimento al tragico evento sismico del 20 febbraio 1818, quando la zona jonico-etnea fu interessata da un terremoto. Si rinnova, oggi, quindi la preghiera e il ringraziamento nel cuore e nella mente dei fedeli. A San Filippo si continua a chiedere la sua intercessione anche in questi giorni critici. Così don Roberto Strano, parroco della Basilica di Aci San Filippo, dichiara: “Quanto abbiamo vissuto nella giornata di martedì 25 luglio credo resterà impresso in noi per sempre. La nostra comunità è stata circondata dalle fiamme con scene autenticamente apocalittiche. In questo disastroso momento, che avrebbe potuto avere conseguenze ben più gravi, abbiamo sperimentato la celeste protezione del Signore, della Madonna e del nostro amato patrono San Filippo, perché non abbiamo contato nessuna vittima”. Riconoscenza va alle istituzioni e volontari che con grande coraggio hanno prestato soccorso e aiuto. La diocesi ricorda quanto scritto in una nota della Conferenza Episcopale Siciliana, firmata dai vescovi dell’isola, che puntano il dito contro i piromani “menti e mani criminali che attentano alla vita dell’uomo, al nostro patrimonio storico, religioso e culturale” e prosegue invitando le istituzioni “ad assumersi la responsabilità sui piani preventivo, educativo, strutturale e repressivo”. Conclude la nota: “noi cittadini della casa comune siamo chiamati a farci custodi del prossimo. Superiamo il silenzio omertoso correggendo i comportamenti offensivi verso il creato”.