Giuseppe Valditara, ministro dell’Istruzione e del Merito (Mim), ha fatto visita alla 53ª edizione del Giffoni Film Festival e ha incontrato i veri protagonisti della kermesse: i giovani. In sala le domande dei ragazzi si sono concentrate sul rapporto docente-studente, spesso conflittuale. Valditara, pur comprendendo il punto di vista dei ragazzi, ha sottolineato il valore che oggi il corpo docente italiano riesce ad esprimere: “La scuola deve insegnare in particolare due valori, quello della libertà che è tanta roba per la costruzione di un cittadino consapevole. E poi il valore del lavoro. La scuola deve saper educare e formare al lavoro. Anche in questa logica abbiamo inserito l’educazione finanziaria tra le discipline per rendere i ragazzi sempre più consapevoli”. Il docente è lo snodo di tutto questo, l’insegnante è il punto di contatto tra scuola e società: “Spesso il docente – ha continuato Valditara – è una persona demotivata. Per lo stipendio, per lo stress perché quello dell’insegnante è uno dei lavori più stressanti. Ma si chiede loro anche entusiasmo, è giusto. Io in questi mesi ho incontrato tantissimi docenti e dirigenti che rappresentano il bello della scuola. Basta mettere un po’ di acqua e questa pianta tornerà a splendere”.
In sala si è parlato di internet sicuro. È il senso del Safer Internet Centre su cui il ministero investe da anni: “È importante questa iniziativa dedicata ad avere un internet più sicuro – ha spiegato Valditara – fruibile da tutti, uno strumento di democrazia ma che può essere anche pericoloso e che per questo va usato con saggezza. I tre pilastri della sicurezza digitale sono quindi la costruzione di un percorso sicuro e con una fruibilità sicura, l’educazione ai rischi che ci sono l’utilizzo costruttivo scatenando da parte dei ragazzi capacità di fantasia e di inventiva. Mi pare che con questo progetto si faccia tutto questo”.
Le nuove tecnologie rappresentano la frontiera da abbattere: metterle al servizio della scuola per migliorare l’offerta didattica. Sfida possibile? Per il ministro si può fare e si deve fare: “Non dobbiamo avere paura dell’innovazione, dell’intelligenza artificiale ad esempio. Su questo è importantissima la formazione che riguarda sia i docenti che gli studenti. Le potenzialità di questo strumento sono infinite soprattutto in termini di personalizzazione dell’educazione che per me è prioritaria. Abbiamo deciso di investire miliardo e duecento milioni di euro per la realizzazione di laboratori digitali e 450 milioni di euro per la formazione al digitale. Tutto fondi del Pnrr. Il mio sogno è che queste strutture servano proprio per rendere più moderna la nostra didattica”. Ma il digitale non può snaturare la scuola e la sua funzione: “La scuola – ha concluso – è e resta una comunità educante, fatta di persone e nella quale il rapporto interpersonale è un importantissimo strumento di crescita. Il digitale, perciò, va inserito sempre nella logica della comunità educante in cui la persona è al centro. La nostra resta la scuola del 2 giugno, quella che realizza i valori della nostra Costituzione”.