“Perturbazioni atmosferiche di inusuale violenza stanno colpendo i nostri paesi causando un po’ ovunque danni molto gravi alle case, ai campi coltivati, alle auto, agli stabilimenti produttivi e alle chiese. Le forze della natura ci fanno toccare con mano che restiamo creature deboli con mezzi fragili per difenderci, pur col progresso tecnologico di questi decenni”. Scosso dalla violenza del maltempo che ieri notte ha messo in ginocchio una vasta area del Friuli Venezia Giulia, l’arcivescovo di Udine, mons. Andrea Bruno Mazzocato, ha sentito l’urgenza di farsi vicino alle comunità colpite più duramente con un messaggio di solidarietà, esprimendo la sua “vicinanza alle comunità, alle famiglie, alle aziende che sono state più pesantemente colpite”.
L’arcivescovo ricorda che nelle litanie delle rogazioni c’era questa invocazione: “A fulgure et tempestate libera nos Domine” (“Liberaci, Signore, dalle folgori e dalla tempesta”). “La prova che stiamo subendo ci spinga a riunirci nelle famiglie e nelle chiese per invocare Dio Padre, la Vergine Maria e i Santi a cui siamo devoti, perché ci salvino da mali gravi”, l’invito di mons. Mazzocato.
“La reazione più forte a questi disastri naturali è sempre la solidarietà. Le istituzioni pubbliche, i Vigili del fuoco, la Protezione civile si stanno lodevolmente impegnando. Alla loro opera aggiungiamo l’aiuto reciproco e spontaneo, come il Friuli ha sempre saputo fare. Come non mai, in questi casi l’unione fa la forza e sostiene tutti, specialmente i più danneggiati”, evidenzia il presule.
Mons. Mazzocato, invocando “una benedizione particolare di Dio, per intercessione della Madonna di Castelmonte, su tutto il Friuli”, conclude: “Non possiamo non sentire un forte richiamo a conservare un giusto equilibrio tra l’uomo e la natura. Papa Francesco ha richiamato più volte a questa responsabilità e ognuno può fare la sua parte pensando anche a quale mondo lasciamo alle future generazioni”.