Lucia Vantini, filosofa e teologa, presidente del Coordinamento teologhe italiane (Cti), intervenendo alla sessione di formazione ecumenica del Sae in corso a Santa Maria degli Angeli, ad Assisi, ha citato la domanda della teologa cattolica brasiliana Ivone Gebara: “È possibile cacciare i mercanti dal tempio della vita?”. Domanda che scaturisce dalla riflessione sul gesto di alcune donne contadine del Rio Grande do Sud, che nel 2006 invasero i laboratori di una multinazionale sradicando tutte le piantine di eucalipti geneticamente modificate. “Quelle donne hanno sguardi e motivazioni differenti che Gebara descrive a colori – ha evidenziato Vantini -: il rosso della stanchezza e della sofferenza, il grigio della paura e del senso di ingiustizia, il verde della speranza di poter tornare a dare da mangiare qualcosa ai bambini. In quell’arcobaleno la teologa brasiliana ritrova una provocazione per una teologia inclusiva. Anzitutto, perché in quel fatto vede emergere un senso nuovo e dilatato del peccato: il peccato è la mercificazione della vita. Fare teologia, secondo lei, è appunto il tentativo di impedire questo abuso, cercando parole capaci di scacciare i mercanti dal ‘tempio della vita’. Un po’ come fa Gesù nell’episodio dell’adultera: manda via il branco di uomini che usa il corpo di lei come pretesto per imporre la propria visione del mondo. Loro non hanno alcun interesse per la storia di lei, perché l’intenzione è semplicemente quella di smascherare quello che loro ritengono un falso rapporto di Gesù con la legge”. Vantini ha riconosciuto lo stesso schema in molti dibattiti attuali: “Il corpo femminile diventa il pretesto per una messa in scena indifferente alle vite, dove si fronteggiano progressisti e conservatori e ci si schiera con questi ultimi. Nel vangelo, però, Gesù fa saltare lo schema, nel nome di una salvezza che è libertà e fioritura di ogni storia, giustizia per ogni frammento di vita – mai sacrificabile qualunque sia la sua differenza – e scommessa sulle relazioni prima che sulle norme”.
Al Sae anche una celebrazione ecumenica celebrazione ecumenica durante la quale, attorno alla croce fatta con legni di barche affondate a Lampedusa, nella riflessione sulla Parola di Dio, sono sorte alcune domande e una preghiera: “Quale mondo costruiamo se facciamo delle persone una merce? Se uccidiamo le nostre compagne e inquiniamo la terra? Donaci una visione del mondo piena di opportunità per tutte e tutti”.