“Come sono belli questi alberi rigogliosi, sotto i quali i figli e i nipoti realizzano i propri nidi, imparano il clima di casa e provano la tenerezza di un abbraccio”. È il ritratto dei nonni, stilato dal Papa nell’omelia della messa, celebrata ieri nella basilica di San Pietro, per la terza Giornata mondiale dei nonni e degli anziani. “Crescere insieme: l’albero verdeggiante e i piccoli che hanno bisogno del nido, i nonni con i figli e i nipoti, gli anziani con i più giovani”, l’appello di Francesco, secondo il quale “abbiamo bisogno di una nuova alleanza tra giovani e anziani, perché la linfa di chi ha alle spalle una lunga esperienza di vita irrori i germogli di speranza di chi sta crescendo”. “In questo scambio fecondo impariamo la bellezza della vita, realizziamo una società fraterna”, ha assicurato il Papa: “Questo sconfigge gli individualismi e gli egoismi, e ci aiuta a generare un mondo più umano e più fraterno”. “Vigilare perché nelle nostre vite e nelle nostre famiglie non emarginiamo i più anziani”, il monito di Francesco: “Stiamo attenti che le nostre città affollate non diventino dei concentrati di solitudine non succeda che la politica, chiamata a provvedere ai bisogni dei più fragili, si dimentichi proprio degli anziani, lasciando che il mercato li releghi a scarti improduttivi. Non accada che, a furia di inseguire a tutta velocità i miti dell’efficienza e della prestazione, diventiamo incapaci di rallentare per accompagnare chi fatica a tenere il passo. Per favore, mescoliamoci, cresciamo insieme”.