Nell’ottica di fede “siamo chiamati a ricordare, cioè a far passare attraverso le corde del cuore, non solo quegli eventi e quelle circostanze che ciascuno di noi ha condiviso con l’abate Beda durante la sua lunga e laboriosa esistenza, ma soprattutto la stessa vita del nostro caro confratello, una vita che è dono di Dio a lui e a noi”. Lo ha detto oggi dom Mauro Meacci, abate ordinario di Subiaco e conservatore del Monumento nazionale di Santa Scolastica, durante la celebrazione eucaristica per le esequie di dom Beda Paluzzi, abate ordinario emerito di Montevergine, nella cattedrale di Santa Scolastica, a Subiaco. “Correre e operare – ha osservato dom Meacci – sono due verbi che connotano l’indole di dom Beda, e quanti lo abbiamo conosciuto lo sappiamo bene. Molte sono state, infatti, le occupazioni e gli incarichi affidati a lui dall’obbedienza, tanto a Santa Scolastica come al Sacro Speco; tra questi incarichi ricordiamo che è stato priore claustrale prima nell’uno e poi nell’altro monastero, direttore della Biblioteca di Santa Scolastica (dal 1980 al 2000), amministratore apostolico (2006-2009) e infine abate ordinario a Montevergine (2009-2014), per poi prestare il suo servizio come priore amministratore presso le comunità monastiche di San Martino delle Scale in Sicilia (2014-2016) e di Santa Maria di Finalpia in Liguria (2016-2019). ‘Correre e operare quanto ci sarà utile per l’eternità’, come dice san Benedetto”. “Affidiamo al Signore e alla sua paterna misericordia ogni sforzo, ogni intenzione, ogni scelta del nostro dom Beda nei molteplici incarichi che ha ricoperto, consapevoli che la fragilità umana di cui tutti siamo per così dire impastati troverà in Cristo una risposta definitiva alla sua richiesta di redenzione. Del resto ‘non c’è santo senza un passato e non c’è peccatore senza un futuro’”, ha affermato dom Meacci, citando il Papa.