“Guerra e inflazione incidono sulla disponibilità di eccedenze alimentari per chi è in difficoltà: -11% rispetto all’anno precedente”: è quanto emerge dal Bilancio sociale 2022 della Fondazione Banco Alimentare diffuso oggi. “Lo scorso anno – afferma Giovanni Bruno, presidente della Fondazione – è stato di oltre 1.700.000 il numero di persone che si sono rivolte alle 7.600 organizzazioni partner territoriali di Banco Alimentare e si è cercato di far fronte all’aumento del bisogno, al ridursi delle eccedenze, al calo di donazioni e all’aumento dei costi, sempre con la stessa convinzione: contribuire al bene comune attraverso tutto il nostro impegno quotidiano”. La filiera agroalimentare italiana produce mediamente 5,6 milioni di tonnellate di cibo in eccedenza. Questo numero, spiega la Fondazione, include cibo ancora buono e sicuro, che non viene venduto per varie ragioni. Il valore economico di questo surplus supera i 12,6 miliardi di euro, mentre il numero di persone che hanno bisogno di cibo nel nostro Paese aumenta ogni giorno. L’enorme quantità di cibo prodotta in eccesso, quindi, può essere sprecata, oppure recuperata per sostenere tutti coloro che ne hanno necessità. Nel corso del 2022 Banco Alimentare ha distribuito 112.707 tonnellate di cibo (-11% rispetto al 2021), corrispondenti a 67 kg per persona aiutata (-12% rispetto al 2021). Gli alimenti provenienti dai due programmi Fondo di aiuti europei agli indigenti (Fead) e del Fondo nazionale (Fn), erogati da Agea (Agenzia per le erogazioni in agricoltura), rappresentano il 53,5% degli alimenti distribuiti da Banco Alimentare e hanno registrato un calo, passando da 70.398 tonnellate a 60.347 (-14%), determinato soprattutto dall’incremento dei costi delle materie prime e di produzione, dovuti alle conseguenze del conflitto ucraino. I settori dell’industria e della Grande Distribuzione organizzata (Gdo) per far fronte dell’aumento dei costi delle materie prime e del forte incremento del costo dell’energia hanno adottato politiche di ottimizzazione dal punto di vista produttivo e distributivo, condizionando anche la disponibilità di prodotto recuperabile. Tuttavia, le quantità di alimenti recuperati sono rimaste pressoché invariate: industria -1% e Gdo -3%. Accanto all’attività quotidiana, ogni anno, a fine novembre, Fondazione organizza e coordina la Giornata nazionale della Colletta alimentare, attraverso il coinvolgimento delle organizzazioni Banco Alimentare sul territorio. Lo scorso anno questa iniziativa ha impattato per il 6,7% sul totale degli alimenti distribuiti. “Il 2023 si è aperto con un quadro politico ed economico non certo migliore e, considerando che gli obiettivi dell’Agenda 2030 dell’Onu sembrano allontanarsi, quanto ci viene richiesto è un rinnovato sforzo per incrementare i recuperi e ridurre gli sprechi. La situazione attuale di incertezza ci ha pertanto indotto a promuovere un ciclo triennale di ricerche relative alle eccedenze alimentari e alla povertà in Italia di cui vedremo i primi risultati in autunno. Inoltre, è stato potenziato il programma Siticibo nella Gdo, settore in crescita e ancora con molte possibilità di sviluppo, su cui stiamo investendo”, conclude Bruno.