“La morte del giovane Bubacarr Darboe è motivo di desolazione e di sconcerto: una vita così giovane! Una storia così drammatica! Una accoglienza appena cominciata come promessa di una vita migliore! Una angoscia così profonda per chi invece era pronto a farsi carico di una promessa di futuro! Tutto si è inghiottito il lago! E viene la tentazione di pensare che le insidie del male divorino anche la speranza”. A nome di tutta la comunità cristiana diocesana di Milano, è l’arcivescovo, mons. Mario Delpini, a esprimere il cordoglio più profondo per la tragica morte di Bubacarr Darboe, il 18enne gambiano annegato ieri, mercoledì 19 luglio, nelle acque del lago, a Lecco. Il giovane era ospite dal giorno precedente della Casa della Carità, la struttura di accoglienza aperta da Caritas Ambrosiana nel cuore del capoluogo lariano. Vi era arrivato dopo un viaggio durato alcuni mesi, che dal suo villaggio, Farato, lo ha portato ad attraversare il Sahara e a solcare il Mediterraneo per arrivare a Lampedusa, e poi a Lecco. “Noi desideriamo che lo strazio, la desolazione, lo sconcerto diventino preghiera perché ci sia un abbraccio paterno di Dio ad accogliere e consolare Bubacarr e ci sia il dono del Consolatore per coloro che gli hanno voluto bene. E ci sia per noi tutti una commozione intensa e una sapienza lungimirante per credere che il lago può inghiottire tutto, ma non il bene che si fa: è scritto infatti nel libro della vita che Dio custodisce”, aggiunge l’arcivescovo Delpini.
La Caritas Ambrosiana, d’accordo con il decanato di Lecco, sta organizzando una raccolta fondi solidale, per finanziare il rimpatrio della salma e consentire il funerale nel luogo di nascita (Bubacarr era il più piccolo di sei fratelli). Inoltre il prevosto, don Davide Milani, invita la comunità a un momento particolare di preghiera nella messa di domenica prossima alle 10 nella basilica di San Nicolò, vicinissima al luogo della tragedia.