Povertà: Caritas italiana e FEduF (Abi), insieme per educare all’uso responsabile del denaro e prevenire sovraindebitamento e usura

La familiarità con l’educazione finanziaria è oggi limitata a meno di un italiano su cinque e questa competenza è percepita esclusivamente come “materia” per addetti ai lavori o per coloro che si sono già avvicinati all’ambito finanziario. Partendo dalla consapevolezza che attualmente il sistema economico tende a generare sempre più disuguaglianze, la Fondazione per l’Educazione finanziaria e al risparmio FEduF, nata su iniziativa dell’Associazione bancaria italiana, e Caritas Italiana hanno siglato un Protocollo d’intesa per diffondere la conoscenza di strumenti che favoriscano l’educazione all’uso responsabile del denaro e che consentano di intervenire nei processi di prevenzione e di accompagnamento delle vittime di sovra indebitamento e di usura e favorire una cultura ispirata ai valori della solidarietà e scelte di vita e di spesa più equilibrate e sostenibili. Secondo i dati Istat, le famiglie in povertà assoluta sono un milione 960mila, pari a 5.571.000 persone (il 9,4% della popolazione residente) e nel Rapporto Statistico 2023 sulla povertà in Italia presentato da Caritas italiana, viene evidenziato un aumento, nel 2022, del numero di assistiti rispetto al 2021, pari al 12,5%. Le difficoltà materiali sono prevalenti, tanto che l’82,7% delle persone sostenute manifesta uno stato di fragilità economica, tra le quali spiccano in tal senso le situazioni di “reddito insufficiente” (62,0%) o in seconda istanza, di “assenza totale di entrate” (20,7%). Una recente ricerca dell’Università Cattolica sulle Fondazioni antiusura, delinea il profilo dei sovra indebitati. Si tratta di persone tra i 48 e i 57 anni o di pensionati, soprattutto uomini coniugati con famiglie molto numerose: hanno un’occupazione lavorativa ma percepiscono redditi esigui o hanno problemi di cattiva gestione del denaro. Spesso non riescono a onorare i debiti contratti per eventi relativi all’attività lavorativa, come la perdita dell’occupazione, la cassa integrazione o la riduzione dei redditi. La ricerca Ipsos realizzata per FEduF nel mese di maggio 2023 testimonia che acquisire competenze finanziarie è necessario per gestire al meglio il proprio futuro e compiere scelte consapevoli, poiché è proprio tra chi conosce l’educazione finanziaria che si rilevano capacità di risparmio (56% vs 37%) e attitudine all’investimento (66% vs 59%) più elevate rispetto alla media, che si traducono in una maggiore soddisfazione per la condizione economica (74% vs 55%) e sensibilità per gli effetti degli investimenti sulla società e sul Paese.
“Come sappiamo, lo scenario economico e sociale negli ultimi anni ha prodotto un acuirsi delle fragilità e un aumento delle distanze sociali ed economiche tra le persone”, dichiara don Marco Pagniello, direttore di Caritas italiana: “Sempre più famiglie con figli minori a carico si rivolgono alle Caritas per un aiuto economico, manifestando un disagio e una frustrazione crescenti. Accanto a quanti sono costretti ad indebitarsi perché non vedono altre vie d’uscita, in sempre più casi le persone tendono a indebitarsi pur di omologare i propri consumi a quelli di chi si trova in una condizione di benessere maggiore. È necessario promuovere un modello culturale diverso, ma in entrambe le situazioni siamo chiamati a sviluppare azioni e programmi di educazione finanziaria e di sostegno economico capaci di agire sui livelli di povertà e sull’esclusione sociale e finanziaria che spesso si genera, stimolando invece l’empowerment delle persone e restituendo loro fiducia e opportunità”.  “Di fronte a scenari internazionali sempre più difficili e alle conseguenze che ricadono sulla nostra economia, a partire da alta inflazione e bassa crescita, non possiamo che rimboccarci le maniche e fare in modo che soprattutto i più deboli non siano coloro che ci rimettono di più”, commenta Giovanna Boggio Robutti, direttore generale di FEduF.

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