“Speranza, una carica molto forte di speranza, speranza nel futuro”. Raggiunto telefonicamente dal Sir, così mons. Américo Manuel Alves Aguiar, vescovo ausiliare di Lisbona e presidente della Fondazione Gmg Lisbona 2023 descrive cosa ha trovato in Ucraina e cosa “porta a casa” dal martoriato popolo ferito dalla guerra. “E’ la fede”, aggiunge subito. “E’ la fede che ha fatto sì che questo David continui a sconfiggere i vari Golia, è la fede che dona loro la forza, è la fede che nutre la speranza nei loro cuori, e la speranza per loro e per noi è il Cristo vivente. Questa è la lezione, la lezione più grande che porto con me da questo amato popolo dell’Ucraina e dai giovani dell’Ucraina: la fede, la speranza e la forza del Cristo vivente nei loro cuori”. Il responsabile del Comitato organizzativo della Gmg di Lisbona si è recato in questi giorni in Ucraina per portare la vicinanza del Papa e incontrare i giovani dell’Ucraina impossibilitati a partecipare alla Giornata mondiale della Gioventù a causa del conflitto. “Questi giovani hanno vissuto degli eventi che non avrebbero dovuto vivere. L’umanità, la società in generale, avrebbe dovuto fare di tutto perché la guerra non colpisse questo paese né alcun altro paese del mondo, purtroppo quando eliminiamo Dio dal nostro cuore, la crudeltà, il male e la guerra trovano spazio. Quello che ci portano questi giovani è un grido di speranza, un grido di pace perché nulla di tutto questo torni a succedere, è anche un grido di speranza perché la vendetta non metta radici nei loro cuori, perché il futuro non sia un permanente vendicare, un permanente odio, un permanente distruggere, di quelle che sono state le ragioni della loro sofferenza. Vogliamo costruire un futuro con questi giovani, un futuro nuovo, che siano capaci di camminare insieme in mezzo alle loro difficoltà, ai loro problemi, perché questa sofferenza, queste ferite, li accompagneranno per tutta la vita. Dobbiamo impedire che le nuove generazioni tornino a ripetere questa violenza, questa guerra e tornino a viverla di nuovo”. Quale messaggio dai giovani ucraini porterà a Lisbona? “Cristo vincerà, Cristo risorto vincerà!”, risponde il vescovo. “Questi giovani vogliono essere un seme di pace, un seme per il futuro, anche se i loro cuori sanguinano, con le ferite ancora aperte, ma hanno forza e coraggio che sono più grandi delle loro sofferenze, più grandi dei ricordi tragici e violenti che abbiamo incontrato a Bucha e in tanti altri territori, e vogliono dirci che Cristo vince, Cristo nei cuori di questi giovani ucraini costruirà una nuova Ucraina, ma costruirà anche una nuova umanità. Cristo vince!”.