“Seminare senza stancarci”. È l’invito del Papa durante l’Angelus di ieri, al quale secondo la Gendarmeria vaticana hanno partecipato in piazza San Pietro circa 15mila fedeli. I primi a dover seminare il bene, secondo Francesco, sono i genitori, chiamati a farlo farlo “senza scoraggiarsi se a volte questi sembrano non capirli e non apprezzare i loro insegnamenti, o se la mentalità del mondo rema contro. Il seme buono resta, questo è ciò che conta, e attecchirà a tempo opportuno. Ma se, cedendo alla sfiducia, rinunciano a seminare e lasciano i figli in balia delle mode e del cellulare, senza dedicare loro tempo, senza educarli, allora il terreno fertile si riempirà di erbacce. Genitori, non stancatevi di seminare nei figli!”. Anche i giovani, per il Papa, “possono seminare il Vangelo nei solchi della quotidianità”, ad esempio con la preghiera o con il “tempo da dedicare agli altri, a chi ha più bisogno: può sembrare perso, invece è tempo santo, mentre le soddisfazioni apparenti del consumismo e dell’edonismo lasciano le mani vuote. E penso allo studio: è vero, è faticoso e non subito appagante, come quando si semina, ma è essenziale per costruire un futuro migliore per tutti”. Seminatori del Vangelo, per Francesco, sono anche “molti bravi sacerdoti, religiosi e laici impegnati nell’annuncio, che vivono e predicano la Parola di Dio spesso senza registrare successi immediati”. “Ricordiamo le persone che hanno posto il seme della Parola di Dio nella nostra vita”, l’invito finale.