Il restauro del Volto Santo, il primo intrapreso in epoca moderna, è innanzitutto finalizzato alla conservazione di un’opera ultra millenaria, ma è al contempo occasione straordinaria, come sempre accade in progetti di questa importanza e complessità, per cercare di dipanarne l’intricata vicenda storica e materiale. I risultati di questo grande lavoro di ricerca, comunque orientati e finalizzati al restauro del celebre crocifisso lucchese, saranno divulgati ai media con una conferenza stampa e al grande pubblico in un convegno che avranno luogo rispettivamente il 15 e il 16 settembre prossimo a coronamento delle celebrazioni in onore della Santa Croce. Congiuntamente a questa fase diagnostica e in contemporanea con essa sono iniziate le prime fasi del restauro vero e proprio: dopo il trattamento anossico durato trenta giorni, durante il quale la scultura è stata collocata all’interno di un apposito sacco in atmosfera protettiva priva di ossigeno per eliminare eventuali attacchi biologici, si è provveduto a rimuovere le veline protettive applicate sull’intera superficie dell’opera per effettuare il trasporto in sicurezza. Successivamente si è proceduto alla fermatura della pellicola pittorica là dove si presentava instabile, e ad una prima pulitura superficiale sia all’esterno che all’interno del crocifisso, che a tergo si presenta interamente scavato. Gli aggiornamenti sulle fasi di restauro sono periodicamente disponibili sull’apposito sito web dedicato. Le istituzioni compartecipi di questo impegno sono l’Ente Chiesa cattedrale, l’Opificio delle Pietre Dure di Firenze, la Soprintendenza Abap per le province di Lucca e Massa Carrara, oltre ad un team di esperti scientifici attivi presso vari istituti di ricerca di grande rilievo.