Gino Bartali avrebbe compiuto 109 anni domani 18 luglio 2023. Per ricordare il grande campione di ciclismo, nato a Ponte a Ema, arriva al Museo “Museo della memoria, Assisi 1943-1944” la bicicletta con cui nel 1949 Bartali arrivò secondo al “Tour de France”. A precederlo fu l’amico e rivale di sempre Fausto Coppi: il Campionissimo di Castellania diventò il primo corridore della storia a realizzare l’accoppiata vincente Giro d’Italia-Tour de France nello stesso anno e anche per questo in occasione della cerimonia di consegna, in programma il 18 luglio, alle ore 18, nei locali del Museo, ci sarà il figlio di Coppi, Faustino. Saranno anche presenti il vescovo delle diocesi di Assisi-Nocera Umbra-Gualdo Tadino e di Foligno, mons. Domenico Sorrentino, Gioia Bartali, nipote del ciclista, il sindaco di Assisi, Stefania Proietti, Marina Rosati, ideatrice e curatrice del Museo della Memoria, e il collezionista di Padova Gianfranco Trevisan, che donerà temporaneamente la bici al Museo; Museo che ospita già la cappellina privata del campione.
“L’esposizione, visitabile nei locali del Vescovado di Assisi, racconta la storia di accoglienza e salvezza degli ebrei portata avanti della rete clandestina che faceva capo alla Chiesa e coinvolgeva il vescovo, mons. Placido Nicolini, e il cardinale di Firenze, Elia Dalla Costa, al quale Bartali era particolarmente legato – ricorda una nota della diocesi di Assisi-Nocera Umbra-Gualdo Tadino -. Il 23 settembre 2013 Bartali – che ha vinto tre volte il Giro d’Italia (1936, ’37, ’46) e due volte il Tour del France (1938, ’48) – è stato dichiarato Giusto tra le Nazioni dallo Yad Vashem, il memoriale ufficiale israeliano delle vittime dell’olocausto fondato nel 1953, riconoscimento per i non ebrei che hanno rischiato la vita per salvare quella anche di un solo ebreo durante le persecuzioni naziste; al Museo della Memoria si racconta dunque la storia di Bartali, ma anche quella degli altri sette Giusti tra le Nazioni di Assisi, di altri collaboratori della rete di tanti cittadini benemeriti che non rimasero indifferenti”.