“Tra il primo e il 17 maggio, sul territorio provinciale si sono riversate qualcosa come 110 dighe di Ridracoli, 4,5 miliardi di metri cubi di acqua, una portata senza precedenti. Sono caduti 500 millilitri di pioggia, la metà di quella che normalmente cade in un intero anno. 23 fiumi sono esondati e si sono sviluppate oltre mille frane, mentre l’effetto ‘tappo’ del mare che per i venti non riceveva acqua che ha favorito le esondazioni”. È stato il prefetto di Ravenna, Castrese de Rosa, a dare un quadro di cosa ha significato per le istituzioni gestire l’emergenza di maggio, ieri, durante un incontro promosso dal settimanale Corriere Cesenate, nelle sue tre edizioni, in collaborazione con l’Ufficio Comunicazioni sociali della Ceer, l’Ucsi e la Fisc regionale nell’aula magna del Seminario di Faenza, che aveva per titolo “Oltre il fango, la comunità”.
Da subito, ha proseguito il prefetto è stato necessario “fare squadra. La mia esperienza nel mondo cattolico mi ha insegnato a essere comunità, che da soli non si va da nessuna parte. Ce l’ha detto anche il commissario Figliuolo ieri: il Covid è stato vinto perché l’abbiamo affrontato insieme”.
Il prefetto ha rievocato i giorni dell’emergenza e dei soccorsi e le notti nelle quali sembrava impossibile fronteggiare un’emergenza fuori scala. “Ho convocato subito i sindaci, quando il direttore della Protezione civile regionale mi ha annunciato, la domenica, l’arrivo di un’allerta ‘ciclopica’. Quelle ore non si dimenticano – ha detto tradendo l’emozione di quei momenti -. La fatica fisica si recupera, ma quella psicologica no. Ho convocato i sindaci, ho detto loro di evacuare il più possibile. Qui bisogna solo pensare a una cosa: salvare le vite umane. E quelle sette vittime (sono riferite al territorio della provincia ravennate, ndr) ce le porteremo qui. Sono andato a tutti i funerali, chiedendo prima ai parenti se la mia presenza fosse gradita. E tutti mi hanno detto: noi vi vogliamo, vi ringraziamo perché abbiamo visto quello che avete fatto”.
Quattromila vigili, 3mila operatori di polizia, 3mila carabinieri attivati: “Abbiamo mobilitato tutti quelli che potevamo mobilitare – quantifica il prefetto. Ci ha salvato la capacità dei territori di fare squadra”. O meglio, comunità.