Profondo dolore per la notizia secondo cui 6 bambini sarebbero tra le vittime dell’esplosione di una mina antiuomo che ha ucciso 8 persone domenica, vicino alla città di Bulaburde, nello Stato di Hirshabelle, in Somalia. Ad esprimerlo è l’Unicef, precisando che i bambini facevano parte di due famiglie che viaggiavano su un’auto-risciò quando questa ha impattato con la mina, esprimendo “le più sentite condoglianze alle famiglie” e augurando ai feriti “una rapida guarigione”.
Questo tragico incidente arriva appena un mese dopo che 22 bambini sono stati uccisi da un ordigno inesploso nella regione di Lower Shabelle, in Somalia, evidenziando ancora una volta i pericoli che i bambini somali affrontano nella loro vita quotidiana. Dopo decenni di conflitto, la Somalia è diventata uno dei luoghi più pericolosi al mondo per i bambini, secondo il recente Rapporto del segretario generale Onu sui bambini e i conflitti armati. Nel 2022, sono stati verificati più di 3mila casi di gravi violazioni dei diritti dell’infanzia, con 200 bambini uccisi e quasi 600 mutilati.
“Tutte le parti in conflitto in Somalia – afferma l’Unicef – hanno il dovere di utilizzare con cura gli ordigni, di evitare di contaminare aree popolate e di transito con residuati bellici esplosivi, di bonificare le mine esistenti e gli ordigni inesplosi e di incrementare la formazione sul rischio legato alle mine tra i bambini e le comunità. La sicurezza dei bambini deve essere la considerazione primaria in tutte le situazioni e non deve essere risparmiato alcuno sforzo per sostenere il loro diritto a un ambiente sicuro e protettivo”. L’organizzazione sta lavorando con il governo e i partner per fornire cure e assistenza ai bambini vittime delle mine in Somalia e con gli attori della società civile per fornire formazione sul rischio e sensibilizzazione sugli ordigni esplosivi ai bambini e a chi si occupa di loro per proteggersi meglio.