“L’educazione rende la persona più libera, responsabile e attenta a generare speranza. Non c’è pace, non c’è democrazia né reale pluralismo culturale senza un’efficace azione educativa, che tende alla verità ed esige affermazione del valore assoluto dell’uomo e della sua coscienza”. Lo ha detto mons. Giuseppe Baturi, arcivescovo di Cagliari e segretario generale della Cei, in apertura del convegno dei giovani del Mediterraneo nel salone dei Duecento in Palazzo Vecchio a Firenze. Un messaggio lanciato anche alla politica internazionale: “È triste constatare che, già prima dello scoppio della guerra in Ucraina, siano diminuite in modo significativo le spese per l’educazione, mentre le spese militari hanno superato addirittura il livello registrato al termine della Guerra fredda”. Poi, un appello alla fraternità religiosa nelle città: “Contro la contrapposizione tra il proprio particolare assolutizzato e quello dell’altro, serve una ripresa del senso religioso – ha aggiunto mons. Baturi -. Per noi cristiani vale la parola della fede”. Infine, la memoria del segretario della Cei è andata ai moltissimi ragazzi impegnati, proprio in questi giorni, in guerre e migrazioni: “Non possiamo non ricordare con dolore i tanti giovani che stanno combattendo in Ucraina in campi di battaglia che solo fino a pochi mesi fa erano campi di grano. In tanti luoghi anche i bambini sono usati come arma di distruzione”.