“I giovani sono come le rondini, annunciano la primavera”. Con queste parole di Giorgio La Pira, nel salone dei Duecento in Palazzo Vecchio a Firenze, l’arcivescovo della città Giuseppe Betori ha accolto i ragazzi provenienti da Europa, Asia e Africa che hanno dato oggi il via ai lavori del Consiglio dei giovani del Mediterraneo. “Questo è un progetto per i giovani e dei giovani, perché possiamo raccoglierne la sensibilità e le ispirazioni per il bene comune”, ha ricordato il cardinale: “C’è una differenza rispetto al passato, l’interdipendenza. La globalizzazione ha effetti positivi e negativi, ma di fatto le frontiere sono saltate”. Perciò, da un lato i giovani devono fare i conti con la diffusione di “pericolosi pensieri razzisti” e con il “recupero di nazionalismi obsoleti”; dall’altro possono guardare con speranza alla “gente riunita per l’abolizione delle armi nucleari” o per la lotta all’inquinamento. Duro, infine, il messaggio con cui l’arcivescovo Betori ha salutato la platea: “Abbattete il muro della diffidenza. Oggi di fronte a migliaia di migranti in fuga, molti dei quali perdono la vita in mare, occorre riscoprire il ruolo politico delle nostre città. Uniamo le città per unire il mondo”.