Una proposta “insoddisfacente”. Così si è espresso oggi il Parlamento europeo, votando una risoluzione sulla proposta della Commissione di creare un organismo etico indipendente per le istituzioni europee. La risoluzione non legislativa è stata adottata con 365 voti a favore, 270 contrari e 20 astensioni. La proposta sarebbe inoltre “non sufficientemente ambiziosa, poiché non propone la creazione di un vero e proprio organismo indipendente” come proposto dal Parlamento. L’emiciclo in sostanza si “rammarica del fatto che la Commissione abbia proposto che solo cinque esperti indipendenti facciano parte dell’organismo (uno per istituzione dell’Ue) e solo in qualità di osservatori, anziché un organismo di nove persone composto da esperti etici indipendenti” come precedentemente richiesto dai deputati.
I deputati insistono sul fatto che l’organismo etico dovrebbe “essere in grado di indagare su presunte violazioni delle norme etiche e avere anche il potere di richiedere documenti amministrativi (nel rispetto dell’immunità e della libertà di mandato dei deputati)”. Dovrebbe avere l’autorità di indagare di propria iniziativa su presunte violazioni delle norme etiche e di occuparsi di casi individuali. I deputati sottolineano inoltre che l’organismo “dovrebbe essere in grado di emettere raccomandazioni sulle sanzioni, che dovrebbero essere rese pubbliche”.
I deputati sono anche contrari al fatto che la proposta non riguardi il personale delle istituzioni, e sottolinea la necessità che l’organismo tuteli gli informatori, in particolare fra i funzionari pubblici europei.
Per quanto riguarda gli impegni del Parlamento verso una maggiore trasparenza, integrità e responsabilità, i deputati sottolineano che “l’istituzione sta attualmente rivedendo il proprio regolamento interno al fine di rafforzare le procedure su come affrontare le violazioni delle sue regole (in particolare il Codice di condotta), definire meglio ciò che rientra nell’elenco delle sanzioni e riformare strutturalmente il comitato consultivo pertinente”.
I deputati sottolineano che nelle recenti accuse di corruzione, le Ong “sembrano essere state utilizzate come vettori di interferenze straniere e chiedono una revisione urgente delle regole esistenti per aumentare la trasparenza e la responsabilità delle Ong”.
Il Parlamento parteciperà ai negoziati con il Consiglio e la Commissione “con la presidente Roberta Metsola in testa, con l’obiettivo di concluderli entro la fine del 2023 e utilizzando la sua risoluzione del 2021 come base della posizione negoziale del Parlamento”.