Le Associazioni di gestori e genitori di scuole paritarie cattoliche e d’ispirazione cristiana, Agesc, Cdo Opere educative-Foe, Ciofs scuola, Faes, Fidae, Fism, Fondazione Gesuiti Educazione, Salesiani per la scuola-Cnos Scuola Italia, facenti parte di Agorà della parità, esprimono grande apprezzamento in merito al testo dell’emendamento al dl 75/23 (cd. Pa bis), in corso di conversione alla Camera dei deputati, presentato da alcuni deputati della maggioranza di Governo.
Le associazioni scriventi hanno più volte manifestato “vivo apprezzamento” per il Dl 36/2022 (cosiddetto Pnrr 2) che “all’articolo 44 prevede la riforma della formazione iniziale dei docenti, introducendo una netta separazione fra titolo abilitante alla professione docente e reclutamento nei ruoli della scuola statale”.
L’emendamento presentato introduce tale separazione anche “nel periodo transitorio”, in attesa della messa a regime della Riforma (che è in procinto di trovare attuazione con il decreto attuativo in fase di elaborazione), “introducendo la possibilità per i docenti che hanno svolto, anche nella scuola paritaria, 3 anni di insegnamento negli ultimi 5, di ottenere l’abilitazione all’insegnamento con il conseguimento di 30 crediti formativi anziché i 60 previsti per i neo laureati”.
L’emendamento inoltre, nella seconda parte, “viene incontro anche alle scuole paritarie che, ai soli fini del riconoscimento o del mantenimento della parità, possono considerare come valido requisito, in luogo del titolo abilitante previsto dalla legge 62/2000, il servizio svolto presso scuole paritarie, di almeno tre anni, anche non continuativi, nei dieci anni precedenti. Tale previsione avrà durata per il triennio 2023-2026 in riferimento ai docenti che, pur avendo presentato richiesta di iscrizione ai percorsi universitari e accademici di formazione iniziale e abilitazione all’insegnamento, non siano riusciti ad accedervi per mancanza dell’offerta formativa”.
Il testo è frutto del “proficuo dialogo” tra le associazioni scriventi, il network “Ditelo sui Tetti”, il ministro dell’Istruzione e del Merito ed i parlamentari che lo hanno presentato.
“Auspichiamo che tale emendamento trovi adeguato consenso nelle Commissioni in sede referente della Camera e che possa quindi diventare legge, offrendo più certezze ai circa 15.000 docenti delle scuole paritarie da più di otto anni in attesa di un percorso abilitante e, al Paese, un concreto passo verso la pluralità educativa già sancita con la legge 62/2000”.