Il suo nome è legato a una delle più rivoluzionarie invenzioni in ambito tecnologico: il microprocessore. Federico Faggin, il fisico, inventore e imprenditore di origini vicentine e statunitense d’adozione, già premiato dal presidente Barack Obama per i suoi contributi pioneristici all’innovazione tecnologica, lunedì 12 giugno sarà ospite dell’Università Cattolica per partecipare all’incontro “La coscienza oltre l’artificiale”, in programma alle ore 10.30 nell’Aula Pio XI dell’Ateneo (largo Gemelli, 1 – Milano).
Dopo i saluti istituzionali del rettore dell’Ateneo Franco Anelli, Faggin dialogherà con Elena Beccalli, preside della Facoltà di Scienze bancarie, finanziarie e assicurative, e Luca Peyron, presbitero diocesano e saggista, membro del consiglio scientifico di Humane Technology Lab. Punto di partenza della discussione il saggio di Faggin “Irriducibile. La coscienza, la vita, i computer e la nostra natura”, pubblicato da Mondadori. Nel volume il fisico giunge alla conclusione che nessuna macchina potrà mai sostituire gli esseri umani proprio in virtù di quell’irriducibile che li contraddistingue. “Per anni – scrive Faggin – ho inutilmente cercato di capire come la coscienza potesse sorgere da segnali elettrici o biochimici, e ho constatato che, invariabilmente, i segnali elettrici possono solo produrre altri segnali elettrici o altre conseguenze fisiche come forza o movimento, ma mai sensazioni e sentimenti, che sono qualitativamente diversi. È la coscienza che capisce la situazione e che fa la differenza tra un robot e un essere umano”.
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