Secondo le ultime informazioni di Caritas Spes, la diga di Kakhovka era un bacino da 18 milioni di metri cubi. Dopo che la diga è stata fatta saltare, tonnellate di acqua si sono precipitate a valle. Il 7 giugno, il livello del fiume è salito a 12 metri nella parte inferiore del Dnipro. 26 insediamenti della parte disoccupata della regione di Kherson, dove vivono più di 42mila persone, si trovavano nella zona di allagamento. Secondo varie stime, 16.000 persone a rischio necessiteranno di assistenza per l’evacuazione o di supporto in loco, a seconda dell’andamento degli eventi nei prossimi giorni. “L’evacuazione delle vittime è in corso. La situazione è aggravata dal costante bombardamento della regione da parte delle truppe russe, che complica notevolmente le operazioni di salvataggio ed evacuazione”. E’ quanto si legge in un Report di Caritas Spes che insieme a “Caritas-Spes Odessa” sta monitorando la situazione e coordinando la risposta. L’assistenza all’evacuazione è già stata organizzata nella città di Kherson. Punti di soccorso sono stati dislocati nelle città di Odessa e Mykolaiv. Sono stati stabiliti percorsi logistici per la consegna dell’acqua potabile. Oggi a Mykolaiv sono arrivate 14,5 tonnellate di acqua potabile pulita. Sono in arrivo anche altre 48 tonnellate di aiuti umanitari, che saranno consegnati a Odessa e Mykolaiv l’8 e il 9 giugno. I rifugi in diverse parti dell’Ucraina sono pronti ad accogliere una nuova ondata di migranti. Inoltre, l’organizzazione Caritas-Spes Odesa ha avviato un programma di sostegno finanziario per le vittime delle inondazioni. Gli esperti della Caritas notano che oltre al fabbisogno di acqua potabile e cibo, vi è la necessità di mezzi per il pompaggio e la disinfezione dell’acqua in modo da prevenire il pericolo batteriologico. Nel Report la Caritas elenca gli insediamenti allagati in tutto o in parte ma desta preoccupazione la situazione sulla riva sinistra che “è critica a causa della mancanza di accesso ai territori occupati”. La situazione – fa sapere Caritas – è critica a Korsuntsi, Krynki, Oleshki, Goliya Prystan, Kardashyntsi, Solontsi, dove la maggior parte delle case è sott’acqua e le persone non vengono rilasciate dai villaggi”.