“Il titolo nasce da un brano del cantautore Path e nella serie fa riferimento non solo a Zero ma ai vari personaggi che troviamo. Indica un auspicio rispetto al mondo intorno, ai momenti di crisi”. Lo afferma il fumettista e regista Michele Rech in arte Zerocalcare presentando la sua nuova serie animata per Netflix “Questo mondo non mi renderà cattivo” (6 episodi), prodotta dal colosso streaming insieme a Movimenti Production e a BAO Publishing, disponibile dal 9 giugno. È il secondo lavoro dell’autore per Netflix, dopo l’ampio successo raccolto nel novembre 2021 con “Strappare lungo i bordi”. Nell’evento stampa, nel pomeriggio di giovedì 8 giugno nella sede della Città dell’Altra Economia nel quartiere Testaccio, moderato dalla giornalista Marianna Aprile, Zerocalcare ha raccontato come è nato il progetto: “La serie è stata scritta prima di ‘Strappare lungo i bordi’, ma a quel tempo non ero ancora pronto a realizzarla, perché non mi sentivo sicuro: ero infatti alle prime armi con l’animazione. Dopo ‘Strappare lungo i bordi’ è stato tutto più facile”.
La storia. Nella periferia di Roma vivono Zero e i suoi amici Sarah e Secco. Oltre a loro Zero si interfaccia costantemente con l’Armadillo (voce di Valerio Mastandrea), che rappresenta la visualizzazione della coscienza di Zero. Dopo molto tempo ritorna in zona una vecchia conoscenza, Cesare. Nel mentre, il clima politico-sociale si fa sempre più incandescente, perché c’è chi soffia odio – “i nazisti” – su accoglienza e inclusione…
“Si tratta certo di una serie divisiva – ha commentato Zerocalcare – per i temi politici affrontati. Ma andando al di là della linea politica, la serie è anche emotiva, sociale, riconducibile alle mie esperienze nel quartiere, alle esperienze di vita”. E ancora: “Io non cerco mai la provocazione oppure la polemica. Dico solo le cose come le vedo, come la penso, e non ho alcuna idea di attivare polemiche [strumentali]. In generale, la suggestione di fondo di ‘Questo mondo non mi renderà cattivo’ è provare a dare risposte collettive ai problemi, cercare di partire dall’idea di non lasciare mai indietro nessuno: non basta stare bene da soli, serve guardarsi intorno, come stanno gli altri”.
Presente alla conferenza Eleonora Andreatta, vicepresidente dei contenuti Italia del colosso streaming: “Netflix è la casa del grande talento ed è per questo che dà il benvenuto a Zerocalcare, a lui e ai personaggi indimenticabili che crea. È un autore che ha la capacità di raccontare temi attuali, urgenti. Il titolo della sua nuova serie si traduce come un auspicio di resilienza, di poter conservare la nostra parte di umanità”. Alle sue parole seguono quelle della producer Netflix Iliara Castiglioni: “Spero che questa nuova serie registri la partecipazione del pubblico che abbiamo avuto con ‘Strappare lungo i bordi’: lì emergeva una forte identificazione con le storie raccontate; ci ha fatto capire che la serie era davvero di tutti, che sapeva raccontare tutti”.
Concludendo Zerocalcare ha ricordato il seguito internazionale nato dopo il primo lavoro, soprattutto in Spagna e America Latina, e ha avanzato una riflessione sulle narrazioni televisive odierne: “Dobbiamo interrogarci sul processo di sterilizzazione del linguaggio della fiction; ritengo che i conflitti della vita vadano affrontati, debbano essere messi in scena”. Quando gli viene chiesto, poi, se nella sua serie ci sia alla fine un orizzonte di speranza, Zerocalcare ha chiosato con ironia: “Sono una persona molto crepuscolare…”.