Il Mozambico è ancora in pericolo, nonostante il resto del mondo abbia abbassato la guardia e l’argomento sia uscito dai radar dell’informazione globale. Lo segnala un articolo del sito di Popoli e Missione, rivista missionaria. Cabo Delgado, la regione del nord nel mirino delle milizie, è ancora sotto l’incubo degli assalti armati, di molto diminuiti, ad opera di gruppi di “insurgentes”, letteralmente “ribelli”, islamisti che si fanno chiamare Al Shabab. Lo raccontano le missionarie comboniane che vivono nella regione di Nampula e lo confermano i dettagliati report settimanali prodotti dall’Osservatorio sul conflitto Cabo Ligado, disponibile on-line.
“Al nord gli attacchi continuano anche se se ne parla di meno – racconta al telefono da Nampula suor Anna Insogna, comboniana –. I missionari di Cabo Delgado sono andati via da lì e hanno raggiunto altre missioni più a sud, ma restano comunque in stretto contatto con le comunità cristiane del Nord, da Palma a Mocimboa da praia a Macomia”.
Anche il Sud e la parte centrale del Mozambico non possono dirsi tutt’oggi completamente al riparo dalla violenza e dal rischio di incursioni armate. A Chipene, dove perse la vita suor Maria De Coppi, la comboniana uccisa dai ribelli il 6 settembre del 2022, la vita è ripresa a scorrere tutto sommato come prima ma la paura resta. In uno dei video prodotti da Missio per la giornata dei Missionari martiri, suor Laura Malnati, superiora delle comboniane dice: “la sfida di oggi è rimanere dove è difficile stare, dove a volte sembra che seminiamo senza raccogliere niente; dove talvolta perfino non siamo granché desiderate, dove ci possono essere pericoli”. E lo si fa “sempre con quella fedeltà a Dio che ci parla attraverso la sua Parola, invitandoci ad essere fedeli al popolo presso cui siamo inviati”.