“Misure giudiziarie e provvedimenti punitivi non bastano. Se non lavoriamo sulla cultura per sradicare il modello secondo il quale la donna è una proprietà del maschio della quale si può fare qualsiasi cosa, non ci sarà possibilità che le donne siano salvate. Se un uomo vuole uccidere una donna troverà sempre il sistema per farlo”. Non usa giri di parole Isolina Mantelli, presidente del Centro calabrese di solidarietà con sede a Catanzaro, all’interno del quale è attivo dal 2012 anche “Mondo rosa”, centro antiviolenza e casa rifugio per accogliere donne vittime di violenza di genere con i loro figli.
Interpellata dal Sir sul pacchetto di misure varato ieri dal Consiglio dei ministri dopo il raccapricciante femminicidio di Senago che ha causato la morte di Giulia Tramontano e del piccolo che portava in grembo, Mantelli si dice “molto amareggiata. Sono stati oltrepassati tutti i limiti e la rabbia maschile che si sta esprimendo è veramente fuori misura”. “Ieri sono state rafforzate alcune misure, ma se un uomo vuole uccidere una donna – ribadisce – troverà sempre il modo di farlo. Nonostante il braccialetto elettronico – ammesso che questo funzioni – il femminicida sarà sempre in grado di raggiungere la sua vittima prima che le forze dell’ordine possano intervenire. L’unica via di salvezza – ma è un percorso a lungo termine e non si può perdere altro tempo per avviarlo – è la via dell’educazione e della cultura”. “Bisogna stabilire un potere femminile, un controllo femminile e una rete di sostegno e di auto aiuto tra donne – scandisce Mantelli -. E per favore spieghiamo con insistenza alle donne: basta abboccare agli ‘ultimi appuntamenti’ o alle richieste di chiarimenti: nella maggior parte dei casi sono proprio questi la trappola che innesca la tragedia. Le donne devono imparare a difendersi. Purtroppo, invece, continuiamo a fidarci fino alla fine dell’amore e non riusciamo ad accettare la delusione del tradimento, anche di fronte all’evidenza più conclamata: è questo a ucciderci”.
“Mondo rosa” è da tempo impegnato in un’attività capillare di educazione-prevenzione andando a parlare nelle scuole, nelle associazioni, nelle parrocchie, in Comune, presso i servizi sociali: “un modello che dovrebbe essere esportato a livello nazionale”, sottolinea la responsabile. E in vista del prossimo 25 novembre, Giornata contro la violenza sulle donne, Mantelli annuncia: “Come Osservatorio della regione Calabria contro la violenza sulle donne tenteremo di far parlare gli uomini e anche i politici. Basta con le manifestazioni delle donne: sono gli uomini a doverci mettere la faccia”.