Rimettere al centro gli adolescenti, accogliere la loro sofferenza e offrire loro spazi di pensiero che li aiutino a superare il vissuto pandemico e ad aprire lo sguardo verso una progettualità futura. È questo l’obiettivo del progetto biennale “Upgrade” che è stato avviato nel maggio 2023, finanziato da Fondazione Cariplo all’interno del bando “Attenta-mente” e realizzato da Fondazione Soleterre, Fondazione Guzzetti, Università Cattolica e Fondazione Irccs Policlinico San Matteo. Il progetto coinvolge direttamente un bacino di 800 minori attraverso le attività per le scuole e, indirettamente, almeno 5.000 adolescenti grazie ad eventi e iniziative di sensibilizzazione dedicate e che si svolgono nell’area metropolitana di Milano e nella provincia di Pavia. “Upgrade” risponde alla necessità di prendersi cura del benessere emotivo, psicologico, relazionale di bambine e bambini, ragazzi e ragazze.
“I disturbi neuropsichiatrici dell’età evolutiva sono molto frequenti e si stima ne sia affetto tra il 10 e il 20% della popolazione infantile e adolescenziale tra gli 0 e i 17 anni. La pandemia ha amplificato questo fenomeno specialmente nella fascia di adolescenti che va dai 14 ai 18 anni. È fondamentale intervenire tempestivamente per evitare che i sintomi peggiorino e che da sintomatologie depressive e ansiose si evolvano in disturbi psichiatrici più gravi. Ma ancor prima, è necessario dare a ragazzi e ragazze la possibilità di accedere a un servizio che possa rispondere alle loro esigenze a livello emotivo e psicologico, con l’aiuto di esperti che seguiranno una formazione ad hoc”, spiega Damiano Rizzi, presidente di Fondazione Soleterre.
Da uno studio condotto su 216 adolescenti grazie alla collaborazione tra Fondazione Soleterre e l’Unità di ricerca sul trauma del Dipartimento di Psicologia dell’Università Cattolica (sede di Milano) pubblicato sul Journal of Child and Adolescent Trauma è emersa la difficoltà dei giovani nel dare un senso a ciò che provano (40,7% degli intervistati). Il 34% ha dichiarato di non essere in grado di controllare il proprio comportamento quando è arrabbiato, mentre il 50% manifesta anche rabbia verso se stessi. Il 17,3% degli adolescenti intervistati pensa che sarebbe meglio morire o pensa di farsi del male.
“Guardando questi dati ci siamo chiesti in che modo avremmo potuto dar voce ai reali bisogni degli adolescenti dopo l’esperienza del Covid-19 – dichiara Chiara Ionio, psicologa dello sviluppo dell’Università Cattolica e coordinatrice della ricerca -. Nel riferire il loro disagio e le loro fragilità che li porta, in alcune situazioni anche a vivere momenti di difficoltà e di impotenza talmente grande da non riuscire più ad apprezzare la vita e a mettere in atto comportamenti di autolesionismo come risposta a questo vissuto di morte interiore che una piccola parte sperimenta, gli adolescenti ci stanno forse dicendo di un bisogno di confrontarsi con degli adulti che possano aiutarli nel processo di significazione non solo degli eventi che avvengono fuori da loro, ma anche delle emozioni, dei pensieri e dei sentimenti che sentono dentro di loro, a cui non riescono a dare risposte da soli”.
Il progetto Upgrade si rivolge così agli adolescenti di età compresa tra i 14 e i 18 anni, intercettati attraverso campagne social con testimonial e influencer e presso gli istituti scolastici grazie al lavoro svolto dai soggetti promotori del progetto che lavorano in equipe multidisciplinari composte da psicologi dell’età evolutiva, assistenti sociali ed educatori, oltre che da neuro-psicologi e neuro-psichiatri infantili.