Scienza: mons. Viganò (Pas), “promuovere il ‘pensiero complesso’, l’essere umano non è una macchina ed è ben lontano dal diventarlo”

“Tutti possano diventare annunciatori della meraviglia che suscita la conoscenza mediante la contemplazione e lo studio del reale, nutrendo la curiosità intellettuale, ascoltando gli interrogativi spirituali profondi ed educando in tale orizzonte le nuove generazioni”. È l’auspicio espresso questa mattina da mons. Dario Edoardo Viganò, vicecancelliere della Pontificia Accademia delle Scienze, nel suo intervento al II meeting “La Scienza per la pace” apertosi a Teramo sul tema “Nuovi discepoli della conoscenza: il metodo scientifico nel cambiamento d’epoca”.
La riflessione del presule è partita rilevando come “è innegabile che oggi si assista su scala mondiale al preoccupante dilagare della pseudoscienza”. “L’atteggiamento antiscientifico sembra sedurre con il ricorso ad un’avvincente tattica di disinformazione, sviluppando falsi dibattiti e ricorrendo ad argomentazioni infondate”, ha proseguito, aggiungendo che “sebbene sia comprensibile nutrire una certa sfiducia verso il progetto di un ordine pienamente razionale per il futuro dell’umanità, resta concreto l’impegno per contrastare la pseudoscienza”. Uno sforzo congiunto che deve coinvolgere le sfere comunicativa, educativa, etica, legislativa, politica e spirituale. “Al riconoscimento della necessaria ed efficace specializzazione scientifica, si accompagna – ha proseguito mons. Viganò – la consapevolezza che nessun ambito disciplinare possa pretendere di esaurire in sé il fenomeno conoscitivo, tantomeno di proporsi in quanto unica misura del reale. La proposta avanzata dal ‘pensiero complesso’ difende l’ampiezza della razionalità contro ogni tentativo di riduzionismo tecnico-scientifico”. Il vicecancelliere ha poi sottolineato che “nessuna scienza possiede il monopolio della verità. Ciò vale anche per l’essere umano, prescindendo dalle sue possibili specializzazioni accademiche”. “Si avverte effettivamente – ha rilevato – la necessità di una collaborazione tra scienziati ed intellettuali che, dotati di spirito di iniziativa e di apertura mentale, di erudizione e di cultura politica, sviluppino il coraggio anzitutto di combattere l’abiura del ‘pensiero complesso’, poi di affrontare alcune sfide cruciali gli si presentano dinanzi. Nell’ultimo periodo l’attenzione è stata rivolta in modo speciale ai rischi connessi con l’Antropocene e con l’Intelligenza artificiale”.
Viganò ha poi avvertito: “Sullo sfondo vi è la terrificante prospettiva della costruzione di robot guerrieri in grado di compiere scelte libere e di sviluppare algoritmi capaci di controllare e di registrare l’attività umana”. “Non si può mettere in discussione il grande apporto che l’Intelligenza artificiale ha offerto e tuttora rappresenta per l’umanità. Se posto al servizio del progresso intellettuale, scientifico e sociale del genere umano, il progresso tecnologico in generale non può essere concepito come un male”, ha commentato. I dispositivi dell’Intelligenza artificiale “non sono capaci di costruire una rappresentazione complessa del mondo e di formulare ragionamenti creativi”. “Quanto a lui, l’essere umano non è una macchina e, con buona pace dei simpatizzanti del transumanesimo, egli è ben lontano dal diventarlo”, ha precisato il vicecancelliere. Di fronte al rischio di “affidare sempre più compiti all’Intelligenza artificiale”, “col solo risultato di rendere l’umanità schiava delle macchine”, secondo Viganò “il ‘pensiero integrato’ deve portare avanti la comprensione globale dell’essere umano, definendo non solo gli obiettivi da attribuire e le istruzioni da dare ai dispositivi intelligenti, ma anche a controllarne con scrupolo gli sviluppi ed a valutarne le conseguenze etiche”.

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