“Alla luce degli ultimi accadimenti inerenti l’emergenza della Peste Suina Africana sul territorio della nostra diocesi di Teggiano-Policastro, intendo prima di tutto esprimere la mia vicinanza e la mia solidarietà alle istituzioni e agli allevatori. Insieme ai parroci avverto il bisogno di esprimere solidarietà e chiedere attenzione in questo momento certamente difficile per alcune nostre comunità”. Lo scrive in una nota mons. Antonio De Luca, vescovo di Teggiano-Policastro, in merito alle notizie sull’infezione che colpisce suini domestici e selvatici che “ha compromesso e sta compromettendo una fetta importante della nostra economia”. Dal rinvenimento di carcasse infette a maggio scorso nell’area della Cerreta Cognole si è arrivati all’istituzione della zona rossa comprendende 17 comuni: Buonabitacolo, Casalbuono, Casaletto Spartano, Caselle in Pittari, Montesano sulla Marcellana, Monte San Giacomo, Morigerati, Padula, Piaggine, Rofrano, Sala Consilina, Sassano, Sanza, Teggiano, Torraca, Tortorella e Valle dell’Angelo.
Il presule ricorda che “a causa di questa malattia infettiva, non trasmissibile all’uomo, si dovrà procedere alla macellazione dei suini sia da allevamento che domestici”. “Sul nostro territorio sono oltre 8.800 capi: numeri che testimoniano l’importanza e la portata economica delle aziende suinicole”. Quindi, il suo auspicio che “la sinergia e la collaborazione delle Istituzioni – il Commissariato nazionale alla PSA, la Regione Campania, l’Ente Parco Nazionale del Cilento Vallo di Diano e Alburni, i Comuni interessati, l’Asl di Salerno – portino a dei risultati celeri al fine di bloccare, eradicare l’infezione ed evitare che possa coinvolgere altri territori limitrofi”. Mons. De Luca raccoglie “le preoccupazioni legittime dell’intero settore e della filiera suinicola” e auspica che “quanto prima sia le aziende che i privati cittadini possano essere sostenuti con i giusti indennizzi”.
“Non meno preoccupazione desta il settore turistico altresì coinvolto dalle misure di contenimento; abbiamo assistito alla cancellazione di alcune manifestazioni all’aria aperta in montagna, pellegrinaggi ed eventi legati alla tradizione delle comunità – conclude -. È dovere delle istituzioni salvaguardare il nostro tessuto produttivo seriamente minacciato dall’emergenza. Mi auguro che il continuo monitoraggio epidemiologico e il lavoro costante di tutti i soggetti coinvolti, portino ad una risoluzione definitiva della problematica. Alle famiglie e agli allevatori va il sostegno e la sensibilità di tutta la comunità ecclesiale”.