“C’è bisogno di sangue freddo” sulle questioni migratorie. Proprio al termine della conferenza stampa con la quale si è concluso il summit dei capi di Stato e di governo Ue, il presidente del Consiglio europeo, Charles Michel, ha lasciato trapelare le fatiche che hanno attraversato la due giorni politica a Bruxelles. Michel ha parlato di “ordine del giorno nutrito in un contesto difficile”; ha affermato che i 27 sono “uniti e tenaci” nel sostegno all’Ucraina; ha sfiorato gli altri temi in agenda, fra cui i rapporti con la Cina e l’economia. Ma soprattutto sulle migrazioni ha dovuto confermare che sul nuovo patto non c’è stata piena convergenza, tanto che nel documento finale del vertice non figura un capitolo ad hoc. “Sulla dimensione esterna delle migrazioni ci sono invece le conclusioni del presidente”, perché Polonia e Ungheria hanno bloccato l’accordo, rifiutando la solidarietà europea, il ricollocamento dei migranti e il sostegno economico ai Paesi di primo approdo.
A sua volta Ursula von der Leyen, presidente della Commissione, ha auspicato che il processo legislativo sul tema migratorio possa essere concluso nel prossimo semestre, quando la presidenza di turno dell’Unione sarà assunta (da domani) dalla Spagna. La stessa Von der Leyen ha affermato che nel frattempo occorre mantenere il “pugno di ferro contro la tratta” di essere umani, rafforzare le frontiere esterne e ha auspicato “vie alternative affinché si possa arrivare in Europa in modo sicuro”.