Mentre il cammino della Colombia per la pace prosegue tra luci e ombre (è di questi giorni la messa in discussione, da parte della Corte Costituzionale, della legge sulla “pace totale” approvata nei mesi scorsi), dalla Chiesa colombiana arriva un importante contributo per uno dei maggiori problemi che decenni di guerra e violenza hanno portato con sé: quello delle persone scomparse. Mons. Héctor Fabio Henao Gaviria, delegato della Conferenza episcopale colombiana (Cec) per le relazioni tra Chiesa e Stato, ha dichiarato: “In Colombia, 104.000 famiglie stanno cercando intensamente i loro cari scomparsi durante il conflitto armato”. Per questo, si è tenuto un incontro fra i tre membri del consiglio direttivo della Cec (il presidente, mons. Luis José Rueda, il vicepresidente, mons. Omar Sánchez, e il segretario generale, mons. Luis Manuel Alí), insieme al vescovo Juan Carlos Barreto (presidente Caritas e pastorale sociale), vescovo della diocesi di Soacha e a mons. Henao, con Luz Janeth Forero Martínez, direttrice dell’Unità per la ricerca delle persone scomparse.
L’incontro, tenutosi nella sede della Conferenza episcopale, a Bogotá, ha formalizzato la collaborazione che la Chiesa cattolica colombiana fornirà nella ricerca delle persone, per “rispondere a un bisogno umanitario che colpisce tante famiglie in tutto il Paese e che rappresenta un’impronta profonda nella vita, nella psicologia delle persone, nella loro vita comunitaria”, ha detto monsignor Henao. A proposito dell’incontro, l’Unione per la ricerca delle persone scomparse ha affermato che “la Chiesa è fondamentale per la ricerca nei territori”. Questo riconoscendo, in modo particolare, l’ampia presenza che essa ha come istituzione nelle diverse regioni del Paese, attraverso sacerdoti, comunità religiose e agenti pastorali che accompagnano le comunità in modo permanente. Secondo mons. Henao, la ricerca è concentrata soprattutto in 7.600 siti in cui è stata riscontrata l’esistenza di fosse comuni. Per quanto riguarda le forme concrete di collaborazione da parte della Chiesa, il delegato del Cec ha anche spiegato che nelle “parrocchie o diocesi che hanno cimiteri sotto la loro responsabilità o proprietà, dove possono esserci persone sepolte senza identità o in fosse comuni, si può fare un lavoro comune in questa ricerca”.