“La terra si lavora insieme, si lavora per tutti e si lavora in pace; con la guerra, l’egoismo e la divisione si riesce solo a devastarla, come purtroppo stiamo vedendo in tante parti del mondo e in modi diversi”. Lo ha detto oggi Papa Francesco, parlando ai pellegrini da Concesio e da Sotto il Monte, in occasione del 60° della morte di Giovanni XXIII e dell’elezione di Paolo VI. “Rendiamo grazie al Signore perché ha dato loro, nei vostri paesi, una terra fertile e ricca di santità in cui porre le radici e crescere – ha proseguito -, e perché fa anche di voi, come già dei vostri genitori, dei vostri nonni, e di tanti che hanno vissuto, amato, lavorato, seminato e raccolto, gioito e pianto nelle vostre cittadine e nelle vostre campagne, un suolo buono e generoso, in cui piccoli semi di bene possono germogliare e crescere per il futuro”. “Fate sempre tesoro delle vostre radici – li ha esortati -. Voglio ripeterlo: fate sempre tesoro delle vostre radici, non tanto per trasformarle in un blasone o in un baluardo da difendere, quanto piuttosto come di una ricchezza da condividere”. “Amare le vostre radici – ha precisato – sia dunque per voi amare il Vangelo di Gesù e amare come Gesù ha amato nel Vangelo! Questo vi insegna la vostra storia di terra e di Chiesa”.
Nel pellegrinaggio che stanno facendo viene ricordato anche l’anniversario dell’enciclica Pacem in terris. “Mi sembra opportuno richiamare in questo contesto quanto San Giovanni XXIII afferma in essa sul valore di una pace fondata sulla giustizia, sull’amore, sulla verità, sulla libertà, fondata sul rispetto della dignità delle persone e dei popoli – ha detto il Papa -. Anche questi sono valori che certo ha imparato e conosciuto prima di tutto nelle campagne della bergamasca; e lo stesso vale per San Paolo VI nelle terre bresciane”. Bergamo e Brescia, capoluoghi dei due paesi, sono stati anche scelti per essere “Capitale italiana della Cultura” per il 2023. “È un segno in più che ci porta nella stessa direzione – fa notare il Papa -. La vera cultura si fa infatti uniti, nel dialogo e nella ricerca comune e – come ci ha insegnato San Paolo VI – mira a condurre ‘attraverso l’aiuto vicendevole, l’approfondimento del sapere, l’allargamento del cuore, a una vita più fraterna in una comunità umana veramente universale’. La cultura è amante della verità e del bene, per l’uomo, per la società e per il creato. Possiate continuare a coltivarla, prima di tutto nelle vostre case e nelle vostre parrocchie, per portare avanti la missione che ci hanno affidato i due santi Papi a cui avete dato i natali”.