“Quella tra Caterina Volpicelli e Bartolo Longo fu davvero un’amicizia santa, fondata in Dio, voluta dal Signore perché si compissero i suoi disegni. Un’amicizia che dura anche tra la Congregazione delle Ancelle del Sacro Cuore e il santuario di Pompei e che oggi segna un momento molto significativo”. Queste parole dell’arcivescovo di Pompei, mons. Tommaso Caputo, illustrano l’importanza della dedicazione di una cappella del santuario di Pompei a Santa Caterina Volpicelli, fondatrice delle Ancelle del Sacro Cuore, avvenuta ieri, venerdì 2 giugno, ultimo dei nove Venerdì in onore del Sacro Cuore.
La comunione tra i santi è stata ricordata anche dalla superiora generale delle Ancelle del Sacro Cuore, Madre Anna Diana, secondo la quale “si constata che quando i santi nel loro cammino terreno s’incontrano, compiono precisi disegni divini, e noi, che per grazia siamo eredi dei frutti benèfici della loro esistenza, del loro operato ed insegnamento, rendiamo lode al Signore nel testimoniare e continuare quanto Essi hanno iniziato in una coinvolgente complicità d’intenti per amore del Vangelo”.
Santa Caterina Volpicelli ebbe un ruolo fondamentale nella vita e nell’opera di Bartolo Longo. Contribuì spiritualmente e concretamente alla conversione del giovane avvocato e fu strumento di Dio nel fargli conoscere la contessa Marianna De Fusco, colei che lo fece andare a Pompei, con tutto quello che ne conseguì.
La devozione di Caterina per il Sacro Cuore fu fondamentale nella formazione spirituale del neo-convertito, come affermò lui stesso dicendo che la prima idea dell’opera di Pompei era nata all’ombra del Tempio del Sacro Cuore fondato dalla Volpicelli. La loro collaborazione continuò, dunque, anche dopo l’inizio dell’avventura pompeiana e non coinvolse la sola Caterina, ma tutta la comunità delle Ancelle. Il primo altare in marmo della chiesetta del SS. Salvatore (1874) fu offerto proprio da Caterina, assieme alla sua stretta collaboratrice Raffaella Piria.
Bartolo Longo ricambiò tanti benefici ricevuti, sia con il dono a Caterina Volpicelli morente del crocifisso benedetto da Leone XIII, con relative indulgenze in articulo mortis, sia con la deposizione al processo canonico di Caterina. Ma anche in vita Longo ebbe un’influenza su Caterina. Il fervore dell’avvocato, il suo buttarsi a capofitto nelle opere che il Signore gli suggeriva in cuore, usando tutti gli strumenti che aveva a disposizione e cercandone altri che riteneva utile, senza farsi fermare dalle convinzioni dell’epoca, sono serviti a Caterina per confermarsi nel suo impegno a favore delle cosiddette donne traviate o delle orfane.
Mons. Caputo, nel suo intervento, ha anche sottolineato la provvidenziale coincidenza di questo evento con il Cammino giubilare longhiano, nel 150° anniversario dell’arrivo di Bartolo Longo a Valle di Pompei. Il presule ha, poi, benedetto il quadro di Santa Caterina Volpicelli dipinto per l’occasione dal maestro Giuseppe Antonio Lomuscio: olio su tela di cm 120 x 170, mostra al centro Santa Caterina Volpicelli e intorno, il Sacro Cuore, la Madonna di Pompei, Bartolo Longo e la contessa Marianna De Fusco. L’immagine, prima ancora di essere una rappresentazione, vuole essere un’interpretazione del bisogno di raccontare il dono di un incontro con la santità di Dio. Commissionato dalla Congregazione delle Ancelle del Sacro Cuore, è stato realizzato sotto la supervisione del rettore del santuario di Pompei, mons. Pasquale Mocerino.
Dopo la dedicazione della cappella, le reliquie della santa partenopea sono state portate in Santuario dalle Ancelle del Sacro Cuore. Don Antonio Ascione, docente di Filosofia alla Pftim sezione San Tommaso”, ha presieduto la celebrazione dell’ultimo dei nove Venerdì in onore del Sacro Cuore. In conclusione la messa, presieduta dall’arcivescovo di Pompei.