(Milano) Alcune considerazioni sono riservate, dalle 67 pagine del Rapporto sulle povertà in diocesi di Milano, alla composizione del nucleo familiare degli utenti di centri d’ascolto e servizi, e in particolare alle implicazioni tra dinamiche di povertà e presenza di minori. Intanto, il documento precisa che “6.384 delle 14.619 persone aiutate hanno dichiarato di avere familiari, situazione che di fatto estende l’area dell’aiuto, diretto e indiretto, espresso dai 140 centri e servizi Caritas a 30.671 persone.
Tra i nuclei con familiari, 3.509 hanno dichiarato di avere figli minorenni: nelle famiglie aiutate da Caritas vivono dunque 6.584 minori (di cui il 33% in età pre-scolare)”. Il 76,5% dei nuclei con minori sono di origine immigrata, il 23,5% italiani; 1 su 4 è monoparentale, e quando c’è un solo genitore esso è quasi sempre donna (92,5% dei casi)”.
“Che la presenza di minori rischi di peggiorare le condizioni di vita della famiglia lo dimostra il fatto che l’87,1% dei nuclei con minori che si rivolgono a Caritas ha problemi di reddito (e nel 70,6% di questi casi si tratta di problemi di reddito che impediscono di far fronte tranquillamente alle normali esigenze della quotidianità)”. Inoltre il 18,2% dei nuclei con minori ha problemi abitativi (residenze provvisorie, coabitazione, case precarie e poco funzionali). “Tutto converge – secondo Caritas Ambrosiana – nel far ritenere la presenza di figli piccoli o adolescenti un fattore di infragilimento di fronte al rischio di povertà: e d’altro canto, ciò inasprisce la tendenza alla trasmissione intergenerazionale della povertà, che tante ricerche – anche di fonte Caritas – stanno segnalando negli ultimi anni”.