“Dove si spegne una scuola diocesana o religiosa, si cancellano dall’ambiente educativo le impronte della storia di quell’unica Chiesa locale, del carisma inconfondibile di quella famiglia religiosa”. A lanciare il grido d’allarme sono il Dicastero per gli Istituti di vita consacrata e le Società di vita apostolica e del Dicastero per la cultura e l’educazione, in una lettera congiunta diffusa oggi. “Quando si assiste alla dolorosa chiusura di una scuola si spegne un luogo che identifica e custodisce una porzione di speranza”, si legge nel testo, in cui si fa notare che “circostanze, opportunità e questioni inedite rendono, in alcuni casi, più difficoltosa l’espressione dell’identità cristiana e cattolica in modo dialogante ma fermo, saldo ma affabile”. “La situazione potrebbe spaventare, anche a motivo della rapidità dei suoi effetti”, ammettono i due Dicasteri pontifici, che però ricordano che “proprio da situazioni paurose – come il caos prima della Creazione – Dio trae le sue opere più sorprendenti”. Nonostante le “gravi difficoltà”, si fa presente nella lettera, la situazione attuale “potrebbe in realtà mostrarsi come un blocco di partenza, uno ‘starting block’ che favorisce un nuovo scatto, in avanti”. La proposta dei due Dicasteri pontifici alle scuole cattoliche è “una maggiore disponibilità a ‘fare coro’”, come recentemente ha chiesto il Papa alle Pontificie Istituzioni accademiche romane. “Purtroppo, a volte le scuole cattoliche operano in un medesimo territorio non come solisti che, grazie al loro singolare timbro vocale, arricchiscono l’intera corale, ma quali voci fuori dal coro, isolate, senza contesto; in qualche caso perfino in dissonante concorrenza”, la denuncia del documento. Al contrario, “è necessario, e urgente, far coro tra i vari Istituti di vita consacrata e Società di vita apostolica impegnati nell’educazione; far coro tra i vescovi, i parroci, l’intera pastorale diocesana e la ricchezza di carismi educativi garantita dalle scuole appartenenti a Istituti di vita consacrata e Società di vita apostolica. È indispensabile che clero, religiosi e religiose, laici facciano coro e a questi ultimi venga garantita la possibilità di echeggiare la voce educativa di una diocesi e perfino il timbro singolare di un carisma religioso”.