Honduras: vescovi, “di fronte a violenza cambiare strategie di sicurezza nel Paese. Attuale situazione frutto di ingiustizia, corruzione e indifferenza a radici problema”

(Foto: Suyapa Medios)

Un invito alle autorità competenti “a riconsiderare e, se necessario, a cambiare le strategie di sicurezza nel Paese”. È quello che arriva dalla Conferenza episcopale dell’Honduras (Ceh), che in una nota, firmata dal presidente, mons. Roberto Camilleri, vescovo di Comayagua, e dal segretario generale, padre Emigidio Duarte, esprime preoccupazione per “l’ondata di violenza che si è intensificata e inasprita negli ultimi giorni, ma che purtroppo non riusciamo a fermare da molti anni”. Il riferimento principale, ma non unico, è alla rivolta nel carcere femminile che si trova nelle vicinanze di Tegucigalpa, durante la quale sono morte 46 detenute.
“Una cosa è chiara”, affermano i vescovi. Le attuali strategie “non stanno producendo i risultati attesi. Quando pensiamo ai tanti morti, non è solo una questione di numeri: sono vite umane e molti di loro sono bambini molto piccoli”. La nota sottolinea che “la spirale di violenza che stiamo subendo è il risultato di anni di ingiustizia, corruzione sistematica e indifferenza alle radici del problema”. E aggiungono: “La violenza aggrava la povertà estrema e distrugge ogni speranza di trovare una soluzione duratura. È una realtà che ci riguarda tutti; pertanto, nessuno può rimanere indifferente”.
Nella nota si afferma con forza che “ogni famiglia e ogni cittadino hanno bisogno e, inoltre, hanno il diritto di vivere in pace, assumendo i propri doveri e impegni nella società, contribuendo così al benessere e al progresso del Paese, in un clima di vero Stato di diritto, sostenuto dal perseguimento del bene comune. Oggi più che mai abbiamo bisogno di essere uniti”.
L’invito è a raccogliere la chiamata evangelica a non rispondere al male con altro male, perciò, “come pastori della Chiesa, che sentono e soffrono il dolore e l’angoscia, la paura e la frustrazione del nostro gregge, preghiamo tutti, affinché non ci stanchiamo di fare il bene e manteniamo viva la speranza cristiana”.

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