“È giunto il momento di intraprendere un’azione collettiva per porre fine alla perdita di vite umane in mare, anche attraverso la condivisione delle responsabilità per un’adeguata capacità di salvataggio e per la ricollocazione delle persone salvate”: così la commissaria per i diritti umani del Consiglio d’Europa, Dunja Mijatović, durante la sua visita in Italia. Da Lampedusa, dove ha visitato il campo di accoglienza e il cimitero e ha incontrato alcune ong attive nell’accoglienza, ha pronunciato dure parole: “L’Italia deve smettere di mettere in pericolo la vita e la sicurezza di rifugiati, richiedenti asilo e migranti facilitando la loro intercettazione e il loro ritorno in Libia, dove subiscono diffuse e gravi violazioni dei diritti umani”. Alle autorità italiane ha ricordato che la cooperazione con Paesi terzi, “inclusa la Tunisia”, non può prescindere da “tutele totali ed efficaci dei diritti umani” e ha chiesto di abrogare le norme e interrompere le pratiche che impediscono le attività di ricerca e salvataggio in mare delle Ong. “La criminalizzazione delle loro attività va contro gli obblighi dell’Italia ai sensi del diritto internazionale”. Mijatović ha chiesto “una pianificazione a lungo termine a livello nazionale per garantire la sostenibilità dell’accoglienza in condizioni dignitose”, ma anche “un sostegno su misura alle autorità e agli abitanti di Lampedusa, che continuano a prestare generosa assistenza a chi arriva nell’isola, nonostante tutte le difficoltà”.