Presentato questa mattina, nella sala Benedetto XVI della Curia arcivescovile di Cagliari, il servizio diocesano Amoris Laetitia, alla presenza dell’arcivescovo, mons. Giuseppe Baturi.
Il nuovo organismo rappresenta la risposta più concreta all’invito che Papa Francesco ha rivolto alla Chiesa dopo i Sinodi sulla famiglia e l’omonima esortazione apostolica. Si tratta di un percorso articolato, che ha preso le mosse dall’Assemblea generale straordinaria del Sinodo del 2014, volta a raccogliere testimonianze e proposte dei vescovi per annunciare il Vangelo della famiglia. Ad essa ha fatto seguito l’anno successivo l’Assemblea generale ordinaria del Sinodo dei vescovi, che si è occupata di elaborare delle linee operative per la pastorale della persona umana e della famiglia. Da questo percorso emerge l’esigenza di offrire un cammino di discernimento in favore di quanti, dopo aver celebrato il matrimonio sacramentale, a seguito dell’esperienza dolorosa dell’abbandono della vita coniugale, vivono una situazione di fatto irreversibile rispetto alla prima unione e sono mossi dal desiderio di progredire nella fede e nella comunione ecclesiale. Attualmente chi proviene da un precedente matrimonio ma anche chi, pur essendo libero sacramentalmente, è coinvolto in una relazione stabile con una persona precedentemente sposata non trova nella Chiesa un cammino pensato appositamente per questo tipo di situazione. “Nella Chiesa – afferma l’arcivescovo Baturi – già prima dei Sinodi dedicati alla famiglia vi era grande preoccupazione per queste persone che dopo aver celebrato il matrimonio, a seguito di vicende o separazioni per cui la convivenza era diventata impossibile, avevano intrapreso altre strade. C’erano tante persone che guardavano alla Chiesa con distanza e chiedevano di poter essere accolte e accompagnate. Alla luce di questo, ispirati dall’esortazione apostolica di Papa Francesco, abbiamo pensato di attivare un servizio capace di offrire ai pastori, alle coppie e ai singoli, dei percorsi di ascolto e discernimento, per poter leggere la propria situazione e sentirsi parte della comunità cristiana”.